«Malsalè» : è l’epiteto con cui a Brenzone s’usava definire gli abitanti di Malcesine. E non è raro in terra brenzonese sentire ancora oggi raccontare la leggenda secondo la quale la barca del sale si sarebbe schiantata sull’isola del Trimelone, davanti ad Assenza, senza poter mai raggiungere Malcesine. I malcesinesi sarebbero dunque rimasti «malsalè», mal salati. Questo almeno stando ai «brensonài»; che invece la gente di Malcesine di sale in zucca ne abbia parecchio è dimostrato dallo sviluppo turistico ed economico delle cittadina. Sta di fatto che nei filò d’un tempo si raccontava insistentemente della barca del sale e del suo ipotetico naufragio sul Trimelone. E molte volte le narrazioni leggendarie celano una radice di verità. Lo stesso dicasi per certi nomignoli in uso sulla riviera: la gente di Garda veniva ad esempio bollata come «magna àole», e in effetti i gardesani di ben poco altro potevano cibarsi se non di piccole, povere alborelle. Ebbene: un recente ritrovamento archeologico fa ora pensare che un naufragio d’una barca del sale possa essere realmente accaduto. E da qui avrebbe potuto trarre origine il termine con cui venivano burlati i malcesinesi. Sul Garda il sale viaggiava proprio per via d’acqua. A dimostrarlo è la riscoperta del «porto del sale» avvenuta a Padenghe, sulla riva bresciana del Garda. Che qui ci fosse un attracco destinato al commercio del sale è documentato da antichi manoscritti. Un autore del Seicento, Silvan Cattaneo, affermava poi che il porto di Padenghe rivestiva un ruolo importantissimo proprio perché qui veniva condotto «tutto il sale che i nostri veneziani mandano a Brescia, Bergamo e Crema». Di quell’approdo pareva non fosse rimasta traccia, ma il recente ritrovamento d’una lunga serie di pali a un paio di metri di profondità sotto le acque del Garda ne ha quasi sicuramente ristabilito l’esatta collocazione. Ne scrive Andrea Nodari, uno storico del luogo, su «Padenghe, alle radici di una comunità», un volume in uscita il prossimo autunno. Vi si dà appunto notizia del ritrovamento di consistenti tracce d’un antico attracco in località Fabbrica: molto probabilmente proprio quel porto del sale di cui parlano i documenti del passato. Da quel porto il sale veniva trasportato via lago alle varie località rivierasche, così come dal vicino porto di Desenzano si commerciavano per via d’acqua «biade», ossia granaglie e in genere derrate alimentari, su tutta la regione benacense. Perché non pensare dunque che una delle «barche del sale» partite da Padenghe sia stata davvero colta dalla tempesta al largo del Trimelone, naufragando sull’isola? I brenzonesi, testimoni del disastro, avrebbero avuto buon gioco a dare del «malsalà» ai confinanti uomini di Malcesine.
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Un racconto ricorda l’affondamento nei pressi dell’isola di una barca carica di sale che doveva raggiungere con il suo prezioso carico Malcesine.
Tra realtà e leggenda
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