Il convegno del circolo Terre del Garda. Gli ambientalisti: «Turismo di massa non più sostenibile»

«Troppi campeggie pochi lungolago»

10/01/2007 in Attualità
A Lazise
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Di Luca Delpozzo
Giuditta Bolognesi

Una serie di car­tografie che illus­tra­no lo svilup­po urban­is­ti­co del ter­ri­to­rio di Lazise negli ulti­mi 50 anni; l’utilizzo, in par­ti­co­lare, del­la fas­cia lacuale da parte dei campeg­gi e più recen­te­mente dell’entroterra nelle costruzioni di sec­onde case e la let­tura di questi dati alla luce del­la sosteni­bil­ità ambi­en­tale ed eco­nom­i­ca del fenom­e­no: di questo si è par­la­to nel con­veg­no «Gov­er­no del ter­ri­to­rio per un tur­is­mo sosteni­bile» orga­niz­za­to da Terre del Gar­da, cir­co­lo garde­sano di Legam­bi­ente, in una par­ti­co­lar­mente affollata.A pre­sentare il lavoro di ricer­ca sono sta­ti Andrea Man­za­ti, pres­i­dente del cir­co­lo, ed Edoar­do Nolo. Insieme a loro sono inter­venu­ti Michele Bertuc­co, pres­i­dente provin­ciale di Legam­bi­ente, Gian­ni Fontana, l’europarlamentare Dona­ta Got­tar­di e gli onorevoli Anto­nio Borgh­e­si e Giampao­lo Fogliardi.Presente in aper­tu­ra del con­veg­no anche il sin­da­co Ren­zo Frances­chi­ni. «Non pos­so restare per prece­den­ti impeg­ni», ha det­to nel suo salu­to agli inter­venu­ti, «sono lieto che il ter­ri­to­rio ven­ga stu­di­a­to e val­u­ta­to da diverse ango­la­ture, anche politiche; sono comunque cer­to che le ammin­is­trazioni prece­den­ti, così come quel­la da me gui­da­ta, han­no sem­pre agi­to in modo cor­ret­to, nel più asso­lu­to rispet­to per questo ter­ri­to­rio, per il suo ambi­ente e per chi qui vive».«Ci ha spin­ti a ques­ta ricer­ca, dura­ta un paio di anni, la con­vinzione che se non si sa dove si sta andan­do; occorre fer­mar­si e guardare da dove si è venu­ti. Abbi­amo scel­to Lazise», ha det­to Man­za­ti, «non solo per la sua pre­cisa realtà, ma come esem­pio di una polit­i­ca di svilup­po attua­ta un po’ ovunque nell’area garde­sana e nel suo entroter­ra, che non è det­to pos­sa essere anco­ra sup­por­t­a­ta dal sis­tema ambi­en­tale di questo territorio».Quindi Nolo ha evi­den­zi­a­to la suc­ces­sione di even­ti che dagli anni ’50 han­no por­ta­to all’attuale geografia di Lazise, in par­ti­co­lare quel­la del­la fas­cia lacuale, su cui si affac­ciano le gran­di strut­ture ricettive dei campeg­gi. «Con­tano per l’85 per cen­to del movi­men­to tur­is­ti­co locale e quin­di si può par­lare di tur­is­mo di mas­sa. Occorre capire se è anco­ra sosteni­bile pen­sare di ospitare i flus­si movi­men­tati da camp­ing, gran­di parchi e le sec­onde case, che sono due volte e mez­zo quelle dei residenti».In par­ti­co­lare è sta­to crit­i­ca­to lo svilup­po dei campeg­gi, «che di fat­to uti­liz­zano la fas­cia a lago che invece deve essere pub­bli­ca. Non a caso Lazise è l’unico paese di ques­ta parte di Gar­da a non avere una vera passeg­gia­ta a lago. L’analisi delle leg­is­lazioni vigen­ti dimostra che sino al 1999 a queste strut­ture sono state date autor­iz­zazioni non con­grue. Solo nel 2004 l’amministrazione si è pre­oc­cu­pa­ta di rivedere la situ­azione e dare la gius­ta col­lo­cazione a queste strut­ture. Ma a fronte di quan­to è sta­to dato, restano aper­ti gli inter­rog­a­tivi sulle opere di urban­iz­zazione sec­on­daria che i campeg­gi avreb­bero dovu­to real­iz­zare a favore del­la collettività».Dopo i rela­tori, Michele Bertuc­co ha sot­to­lin­eato la neces­sità di tute­lare il Gar­da «per­ché scel­to da mil­ioni di tur­isti pro­prio per la nat­u­ral­ità che anco­ra offre, nonos­tante le dev­as­tazioni subite» e ha richiam­a­to gli enti pub­bli­ci a ripren­dere i loro ruoli di con­trol­lo e di parte­ci­pazione alle scelte per il territorio.Dai politi­ci pre­sen­ti l’impegno a dare un segui­to con­cre­to alle pro­poste e alle situ­azioni pre­sen­tate anche alla luce di una polit­i­ca euro­pea che, ha pre­cisato Dona­ta Got­tar­di, «sta riflet­ten­do sul fat­to che il pro­prio mod­el­lo di svilup­po è basato soprat­tut­to sui servizi e il tur­is­mo è uno di questi. Un tur­is­mo che neces­si­ta di sosteni­bil­ità per il ter­ri­to­rio, attua­ta attra­ver­so la tutela dei suoi ambiti sociale, ambi­en­tale ed eco­nom­i­co».

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