mercoledì, Maggio 1, 2024
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I sindaci e il presidente Cavalli

Tutti d’accordo per lo stato di calamità

I sindaci dell’uragano, intorno al presidente della Provincia, Alberto Cavalli, all’assessore provinciale, Alessandro Sala, ieri mattina, nella sala del Consiglio comunale di Manerba, aprivano il taccuino zeppo di appunti con la descrizione accurata dei danni, la volontà di entrare in campo in caso di indifferenza dei poteri centrali, l’assicurazione che le comunità hanno già ripreso il lavoro. Riferivano al Presidente e ai colleghi lo stato dei fatti, il morale, la obbligatorietà che il governo centrale acconsenta alla richiesta e dichiari lo stato di calamità naturale. C’erano i sindaci del Basso Garda, i sindaci di Botticino, Nuvolera, Nuvolento, Serle, alcuni della Valsabbia. Contro il disastro provocato dal vento e dalla grandine non c’è destra, sinistra o centro che tenga. Il male fisico e morale procurato a migliaia di cittadini unisce le parti. In tal senso è stato accolto l’intervento del consigliere provinciale, Aldo Rebecchi, testimone, tra l’altro, del nubifragio, in qualità di turista in Valtenesi proprio da sabato scorso. Si rincorre la dichiarazione di calamità naturale, si teme di non riuscire a dimostrare l’entità del danno in una vasta area, la sua continuità territoriale. Più che altro si teme di non riuscire a farsi strada nel quaderno nazionale e regionale fitto di lamentazioni. È il timore tipico delle amministrazioni del Nord ogni volta che debbono misurarsi con le burocrazie lontane. Dicevano ieri mattina alcuni sindaci, con ironia tricolore, certo, che se è calamità naturale la siccità del Meridione lo deve essere, parimenti, il disastro autentico del Garda e degli altri paesi. E se la calamità naturale dell’estate dell’anno scorso a Arcore è stata calamità naturale, tale è la nostra bresciana. C’è una punta di polemica, che riflette, più che altro, il desiderio di chiudere subito su un’affermazione positiva da parte del governo riguardo alla domanda che verrà presentata dai sindaci, sostenuta dal presidente Cavalli, sostenuta dal Consiglio provinciale convocato straordinariamente per domani, mercoledì, alle 9,30 dal presidente Paola Vilardi, aperto ai sindaci dei paesi colpiti dal nubifragio, ai consiglieri regionali, ai parlamentari bresciani. L’assessore provinciale, Corrado Scolari, incontrava ancora ieri pomeriggio, a Roma, un dirigente della Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per illustrare la gravità della situazione. E il presidente Cavalli chiedeva un incontro con il Prefetto di Brescia, Anna Maria Cancellieri, responsabile dell’iter per la richiesta dello stato di calamità naturale. Aperto, sempre da parte di Cavalli, il confronto con i rappresentanti delle categorie economiche per costruire il massimo di convergenza politica e sociale intorno alla pesantezza dell’evento e di conseguenza per creare il più di massa persuasiva verso il governo centrale. Le domande dei cittadini, delle aziende, dei turisti vengono raccolte nei singoli Comuni e un punto di raccolta complessivo, soprattutto per quanto concerne i danni portati alle attività produttive, in particolare agricole, è stato costituito all’Ufficio pubblico del crocevia di Manerba. I tempi sono stretti perchè i danni sono vasti e la stagione è impietosa riguardo alla velocità degli atti da compiere: tutto chiuso, tecnici, edili, artigiani in ferie. Di fronte a una calamità naturale, accennava qualche amministratore pubblico, ieri mattina, forse qualcuno potrebbe tornare. Oggi, l’assessore regionale alla Protezione Civile, Carlo Lio, effettuerà un sopralluogo nella zona industriale di Nuvolento e Prevalle e ai campeggi di Manerba e Moniga. Alle 15 avrà un incontro con gli amministratori locali e i rappresentanti delle parti economiche e sociali dei Comuni colpiti dal maltempo nella sala riunioni del municipio di Moniga.

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