giovedì, Maggio 2, 2024
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Per ciascuna zona omogenea vengono fissati i limiti massimi della rumorosità

Un piano per mettere il silenziatore alla città

Si chiama piano di zonizzazione acustica, è stato appena approvato in commissione urbanistica ed andrà all’approvazione del consiglio comunale fra un paio di settimane. Si tratta di questo: una società specializzata torinese ha esaminato, strada per strada, tutto il territorio comunale; ha studiato i flussi di traffico esistenti e futuri; ha rilevato l’ubicazione delle industrie, dei capannoni artigianali, dei bar e delle orchestrine che suonano all’aperto, ed infine ha diviso la città in zone omogenee, entro le quali è stabilita una soglia massima di rumorosità tollerabile. Il piano presentato dall’assessore Mosaner (avrebbe dovuto esserci anche Marino, ma è stato impedito all’ultimo momento), rappresenta il prodotto di un lungo lavoro.L’avvio dello studio risale al ’93, quando è stato impostato il piano regolatore generale che sta arrivando (forse) all’approvazione in questi mesi. Allora sono stati individuati 37 punti dov’è stata effettuata una rilevazione del rumore, in giornate ed orari diversi. Negli stessi punti i rilevamenti sono stati ripetuti nell’aprile 2000. Le conclusioni evidenziano che: 1) è il traffico ad incidere sui livelli di inquinamento acustico del territorio; 2) l’inquinamento acustico a distanza di sette anni è aumentato dappertutto; 3) gli insediamenti produttivi non prospettano particolari problemi.Per il centro storico, la rumorosità rilevata al porto ed in Rocca è superiore alla soglia solo nelle ore notturne. A San Nicolò i valori non scendono mai al di sotto dei 65 decibel a causa del sovrapporsi del traffico e del fischio del depuratore: si tratta di un’area ad alto inquinamento. Nei viali ottocenteschi la colpa è solo del traffico: in viale Pilati sono state rilevate punte di 1584 veicoli leggeri e 576 motocicli in un’ora: i livelli diurni sono sempre intorno al 60 decibel. La cartiera del Garda è intenzionata a potenziare lo schermo verso ovest: contatti in tal senso sono già stati avviati con l’amministrazione comunale. L’incrocio di largo Inviolata, dove si sovrappongono i flussi di traffico della ledrense e della 45 bis (in tempi normali: non valgono le interruzioni da frana) è il punto più tormentato della città: mai al di sotto dei 60 decibel nemmeno di notte, con punte a 76. C’è poco da stare allegri anche lungo la Riva-Arco all’altezza del sottopasso del torrente Varone: con picchi di 900 veicoli l’ora e 252 moto, si sono registrate punte di 72 decibel di giorno e 64 di notte. Fra i punti dove c’è maggior rumore anche viale Madruzzo, all’altezza del Bar Roma, intorno a quota 70; di poco inferiore l’incrocio del rione Degasperi. Il fatto che siano stati rilevati valori alti anche all’altezza del semaforo all’incrocio della provinciale 118, e quindi quasi in campagna, sta ad indicare proprio l’incidenza delle scelte del piano del traffico sulla vivibilità complessiva. Un altro punto dove il rumore è molto alto è l’incrocio fra la strada per Varone e la ledrense: i valori sono sempre superiori a 65, con punte di 74 (il passaggio di un’ ambulanza ha fatto schizzare a 68 l’indice dei decibel). Il piano, una volta approvato, diverrà lo strumento con cui il comune potrà imporre un abbassamento della soglia del rumore. I rilevamenti dovranno essere ripetuti a scadenze fisse anche per verificare le ricadute dei provvedimenti adottati. Un esempio è la rotonda dell’Inviolata: più fluidità vuol dire meno danni.

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