venerdì, Marzo 29, 2024
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Affollata assemblea a Ca’ Montagna sulla riqualificazione del centro del paese. Presto in Consiglio l’ analisi delle osservazioni e il voto per l’adozione. Il sindaco Peretti: «Il quesito è formulato male, non si può intervenire sui volumi edificabili» Il

Valmasson, il piano va avanti

Il progetto di Valmasson va avanti. Anche se il referendum consultivo si dovesse fare, ma la cosa è in forse, probabilmente non avrà alcun effetto concreto, dal momento che a quel punto il consiglio comunale avrà già adottato in via definitiva il piano particolareggiato. Parola del sindaco, Adriano Peretti. È la sostanza dell’assemblea pubblica indetta l’altra sera dall’amministrazione comunale a palazzo Ca’ Montagna per confrontarsi con la gente su un tema che sta facendo discutere il paese da oltre un mese, dopo i due incontri organizzati dal Comitato di difesa di San Zeno. In una sala gremita, con momenti di discussione accesa soprattutto durante gli interventi dei rappresentanti del comitato, composto da una trentina di cittadini e che finora ha raccolto oltre 400 firme pro referendum, il sindaco Adriano Peretti proprio sulla consultazione popolare ha fatto un passo indietro. «Quando mi ero espresso a favore del referendum non avevo ancora letto per intero il questito referendario», precisa il primo cittadino, «e devo dire che così come è posto è di difficile interpretazione, contiene una molteplicità di richieste che andrebbero a ledere i diritti acquisiti dai privati laddove si vogliono ridurre le volumetrie previste dal piano regolatore». Il presidente del comitato, Mario De Santi, con i colleghi Giuseppe Schena e Maurizio Peretti, di fronte alle risposte del sindaco propone ai consiglieri presenti di indire loro il referendum, «considerato che nello statuto c’è scritto che oltre alla popolazione anche il consiglio comunale può deliberare la consultazione. Perché dunque il consiglio non accoglie la richiesta dei cittadini di potersi esprimere nelle scelte per il futuro del centro di San Zeno? Se il quesito non va bene, il consiglio lo può riformulare». La situazione però sembra complicarsi, considerato l’iter del progetto. «Le norme procedurali del piano», precisa il sindaco, «prevedono che dopo l’approvazione della giunta del 2 dicembre, trascorsi 60 giorni da questa data, il piano vada all’approvazione del consiglio comunale», ovvero tra due settimane. «Il Consiglio», prosegue Peretti, «esaminerà le osservazioni presentate, come ci è imposto dalla legge, poi voterà l’adozione definitiva e il progetto particolareggiato diventerà efficace a tutti gli effetti. Il giorno dopo l’esecutività, se ci sarà qualcuno che vorrà realizzare il piano, nessuno glielo potrà negare, a meno che non ci si voglia esporre a dei ricorsi legali». Dunque, poiché ovviamente il referendum non può essere fatto prima di fine gennaio, perderà di efficacia. Il comitato non si arrende, insiste sulle scelte politiche dell’amministrazione, che ha ancora il potere di cambiare il progetto. «È l’amministrazione che ha dato incarico all’architetto Marco Molon di redigere il piano», sottolinea Maurizio Peretti, membro anche della commissione edilizia e che aveva lanciato l’allarme Valmasson quando gli era arrivato all’esame il piano particolareggiato che ridisegna la piazza e il centro di San Zeno. E prosegue: «Il Consiglio ora può anche decidere di non approvare il piano, alla luce della contestazione popolare. È stata l’amministrazione a dare l’indicazione al progettista di fare un piano con il massimo della volumetria prevista dal piano regolatore? Il Prg è stato progettato dall’amministrazione, non dalla Regione». L’architetto Molon a quel punto chiede al sindaco il permesso di rispondere e conferma: «È stata l’amministrazione a stabilire la volumetria fin dall’inizio». L’amministrazione è quella precedente, guidata da Cipriano Castellani. Lo stesso tecnico incaricato dal Comune durante l’assemblea viene contestato per la presentazione del progetto al pubblico; una signora seduta in terza fila grida: «Architetto illustri il piano, non faccia politica». A quel punto circola una proposta di soluzione: il consiglio comunale voti contro il piano particolareggiato, lo azzeri e riprenda l’analisi di un nuovo progetto concertato con la popolazione. A domanda diretta, se l’amministrazione intenda imporre il progetto anche di fronte alla rivolta dei cittadini, Adriano Peretti replica: «È una domanda alla quale non si può dare una risposta, dobbiamo valutare». Di nuovo: ma in un mese e mezzo di dibattito con tutto il paese, alla vigilia del consiglio comunale, gli amministratori non hanno un’idea di quello che faranno? «Dobbiamo valutare, non sappiamo». Il vicesindaco, Pier Giorgio Schena, a quel punto però è lapidario: «Lo considero un ottimo progetto che porterà beneficio a San Zeno. Non si sta parlando di costruire sulla montagna, ma in centro paese, per creare negozi e parcheggi, che sono la prima cosa che chiede un turista quando arriva». Annamaria Schiano SCHEDA TECNICA San Zeno di Montagna. «Questo piano ha la sua valenza architettonica, se ci sono edifici alti 15 metri può essere discutibile, ma connotano il progetto», dice il vicesindaco Pier Giorgio Schena. Dal pubblico si ironizza: «Certo, se ci si ispira al campanile». Il progettista, architetto Marco Molon, aveva appena risposto a una domanda di Giuseppe Schena, del comitato: «Di quanti metri è l’edificio più alto previsto?». «15 metri, ma solo gli edifici-torretta del progetto, che mi è costato tre anni di lavoro e che considero molto qualificante per il paese». Le torrette dovrebbero sorgere nei due borghi disegnati da Molon, uno laterale alla chiesa. Il dibattito tocca il numero degli appartamenti: 100 secondo il progettista, da 90 mq; 150 secondo il comitato, da 60 metri; (la convenzione dice che l’8 per cento degli appartamenti dovrà avere una metratura superiore a 80 mq). Piazza Schena secondo il progetto sarà alzata di un metro e mezzo dal piano stradale, con parcheggio interrato per 108 posti. Il sindaco Peretti: «L’area su cui si estende il progetto è di 48.519 metri quadri e poiché il piano regolatore prevede che si possa costruire sul 7 per cento dell’area, il volume è di 32.400 metri cubi, su una superficie coperta di 3.591 metri quadri». Molon aggiunge: «Per non ampliare la superficie coperta è stato scelto di realizzare il volume in altezza, questo per non tapezzare Valmasson di villette a schiera».

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