martedì, Luglio 1, 2025
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I cittadini minacciano di raccogliere firme per bloccare un intervento «speculativo-immobiliare». Comitato contro l’azienda nella frazione: «No Tav, no Tavina»

Villa difende l’ultima piana

«No Tav. No Tavina». Hanno già creato lo slogan, e sono pronti a scendere in strada gli abitanti di Villa, frazione di Salò, per protestare contro l’ipotesi di trasferimento della fabbrica che imbottiglia acqua minerale. Nei mesi scorsi l’amministratore delegato dell’azienda, Armando Fontana, aveva chiesto al Municipio di chiudere l’attuale stabilimento, raderlo al suolo e costruire 120 mila metri cubi residenziali, equivalenti a 500 alloggi da 80 metri quadri ciascuno. E di edificare la nuova fabbrica sulla piana di Villa, tra l’area artigianale e il campo di calcio della chiesa parrocchiale. Il sindaco Giampiero Cipani ha espresso parere «di massima favorevole». «Dovrà tuttavia essere valutata concretamente – dice in sindaco – sia la localizzazione, la dimensione e l’inserimento dei nuovi capannoni (da individuare inderogabilmente sul territorio comunale) che la volumetria e la tipologia relative al comparto attuale».L’altra sera il Comitato promotore, appena sorto, ha spiegato la situazione alla gente della frazione. Fabio Personi ha ripercorso le ultime vicende della società, «posseduta al 100% da Sangemini, che controlla pure i marchi Fabia e Fiuggi. Il 55% del capitale è in mano alla Sangemini holding, nella quale ha investito molto la Hopa di Chicco Gnutti, coinvolta nelle vicende della Banca Popolare di Lodi (Fiorani) e di Ricucci. Lo scorso aprile si è verificato il passaggio a un nuovo gruppo di Torre del Greco (Napoli), che fa capo agli armatori Bottiglieri, De Carlini e Rizzo. Nell’agosto 2005 Fontana, assieme ad alcune fiduciarie, ha costituito la srl «Tavina Acque minerali». Nasce il dubbio che queste operazioni (lecite, per carità) nascondano il desiderio di risistemare le quote di azionariato». «A Villa – spiega l’esponente dei Verdi Antonio Bontempi – verrebbe occupata l’ultima, splendida piana dell’intero territorio salodiano. Occorreranno almeno 25 mila metri quadrati calpestabili, come la superficie attuale. Pensavamo che l’operazione sarebbe passata attraverso una variante al Piano regolatore. Ma ora si parla di un piano integrato, una delle scappatoie inventate dalla Regione per accelerare i tempi. Non è possibile che l’amministrazione comunale, molto attiva sulla vicenda, effettui una scelta così vincolante senza alcun dibattito pubblico. Quanto alla zona artigianale di Cunettone e Villa, si è persa un’occasione per delocalizzare a suo tempo le aziende situate a Salò. Tanto vero che molti lotti sono stati acquisiti da attività commerciali».Altri cittadini hanno rimarcato «lo sviluppo abnorme di seconde case sulla riviera gardesana, e la continua costruzione di capannoni, che stanno trasformando il lago nella periferia di Milano. Senza dimenticare che tutti i servizi rimangono a carico dei residenti». E ancora: «Nella piana l’acqua non si disperde, e l’intervento della Tavina potrebbe peggiorare la situazione, creando ulteriori disagi». L’architetto Eusebio Ebranati, assessore all’Urbanistica nel periodo ’64-75, ha ricordato come il vecchio piano regolatore avesse previsto, per la Tavina, la possibilità di realizzare le terme, «richiesta fatta dalla proprietà e accettata dall’amministrazione comunale, ma sempre disattesa». Ed ha aggiunto: «Io spero che lo stabilimento di Salò, continuamente ampliato, venga via da lì, e l’area sia riqualificata senza costruire 500 appartamenti. Ma al tempo stesso è impossibile costruire il nuovo nella piana di Villa, frazione già oggetto di numerosi interventi. Non mi scandalizzerei, ad esempio, se andasse in una località vicina». In tal caso, però, ci sarebbe il problema di reperire la fonte d’acqua capace di garantire la fornitura di milioni di ettolitri.Tutti i presenti hanno sostenuto che l’operazione-trasloco è di chiara matrice speculativo-immobiliare, decidendo di passare alla raccolta di firme contro l’insediamento del nuovo stabilimento della Tavina nella piana tra Villa e Cunettone. E ancora: «Chiederemo al sindaco Cipani di effettuare un dibattito pubblico sull’argomento. Se necessario passeremo a misure più decise, come il blocco della strada».Il comparto-Tavina, ai piedi della salita delle Zette, occupa una superficie di 83 mila metri quadrati, di cui 17 mila coperti e 2 mila che potranno esserlo in futuro, secondo le indicazioni del Piano regolatore in vigore. Come dire: 25.654 mq. lordi di pavimento, di cui 3 mila ancora insediabili. Volume complessivo: 154 mila metri cubi. Il tutto verrebbe raso al suolo, per lasciare il posto a 120 mila metri cubi residenziali. Standard da cedere al municipio: 31.800 metri quadri di terreno.

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