martedì, Agosto 26, 2025
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Un edizione particolarmente interessante, “appendice della ben più famosa fiera dell’agricoltura” come ha affermato il sindaco Gianfranco Comincioli.

Conclusa l’8a edizione della Mostra mercato del Tartufo bresciano

Anche l’8° edizione della Mostra Mercato del tartufo della provincia di Brescia va negli annali della storia. Un edizione particolarmente interessante, “appendice della ben più famosa fiera dell’agricoltura” come ha affermato il sindaco Gianfranco Comincioli. Un’edizione che verrà ricordata soprattutto per il ritorno a Puegnago del grande maestro di Vini qual è Luigi Veronelli. Ma questa edizione, al contrario delle altre in cui il settore tartufigeno promulgava nuove scoperte e nuove iniziative sopratutto per quanto riguardava la micorriazione, verrà ricordata per la conferma di un punto di arresti circa la “inseminazione” ed i risultati del tartufo bianco. A darne notizia è stato lo stesso “padre della tartufologia bresciana” Virgilio Vezzosa nel corso del convegno che in pratica ha conclusa l’edizione attuale di questa mostra svoltasi dal 25 al 26 novembre scorso. “La tartuficoltura razionale, intesa come messa a dimora di piante micorrizate con lo scopo di ottenere corpi fruttiferi di tartufi, per alcune specie si può considerare positiva mentre, per il Tuber magnatum o Tartufo bianco pregiato,si può definire molto deludente per non dire fallimentare”. E nel pronunciare queste parole certamente a Virgilio Vezzosa gli si sarà stretto il cuore in quanto ha visto sfumare una parte della sua più recente ricerca che gli dava in pratica la paternità della riuscita della inseminazione artificiale del tartufo bianco. Un lavoro ed una ricerca durata diversi anni e che lo scoro anno sembrava detonata ad avere successo. Invece per il momento gli unici tartufi bianchi presenti sono e saranno unicamente quelli prodotti da madre natura. “Impianti effettuati negli ultimi anni con tartufo nero pregiato hanno iniziato a produrre tartufi in molte località italiane e bresciane, lo stesso si può dire per altre specie di tartufo – ha proseguito Vezzosa – come il Tuber aestivum o scorzone, il Tuber uncinatum ed il Tuber borchii. Per il tartufo bianco, invece, in questi ultimi anni si è avuta una battuta di arresto e di riflessione. Si è dovuto constatare che gli impianti fatti negli scorsi anni non hanno soddisfatto le aspettative degli agricoltori ed interessi che si sono impegnati in questa attività. “Purtroppo – ha amaramente aggiunto Vezzosa – questo è successo dopo diversi anni di attesa, troppi per la verità!”. La causa di tale insuccesso dovrebbe essere individuata, ed attribuita, alle varie condizioni di scarsa competitività del micelio fungino Tuber magnatum rispetto ad altre entità fungine concorrenti. Nonostante tutto da un paio di anni si stanno sperimentando nuove produzione tenute costantemente sotto controllo, una nuova generazione che dovrebbe definitivamente aprire, per il Tuber magnatum, la strada alla coltivazione. Naturalmente, come sempre, sarà il tempo a dire se tutto ciò sarà possibile ed avrà successo.

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