Aprirà domani la stagione della pesca, che coincide come di consueto con l’apertura della pesca nelle acque pregiate e con la conclusione, in quasi tutto il territorio provinciale, del divieto di cattura della trota, specie particolarmente ambita da tutti i pescatori (il divieto tornerà in vigore la prima domenica di ottobre). Nell’elegante cornice del ristorante «Da Vittorio» di Manerba del Garda, Alessandro Sala, assessore del settore caccia e pesca per lo Sport e il tempo libero della Provincia di Brescia, ha illustrato in modo dettagliato il programma per il 2001 alla presenza di Isidoro Bertini (sindaco di Manerba), Marco Cavallaro (presidente dei pescatori professionisti), Maria Pia Viglione (responsabile dell’ufficio provinciale), Federico Pea (direttore di settore), Franco Alberti (presidente Fipsas), Tonino Mantovani, presidente (Libera Pesca Ailp) e Germano Bana (presidente pesca a mosca Euff). Un’occasione ideale per presentare il nuovo regolamento del lago di Garda, che ha consentito al Broletto di aprire un proficuo dialogo con le amministrazioni provinciali confinanti. Particolarmente rilevante, fra il fiume Chiese e Ponte Caffaro, l’accordo con la Provincia di Trento che ha permesso di concordare un omogeneo indirizzo di pesca. Trento ha accettato di posticipare l’apertura al 25, mentre Brescia ha fissato limitazioni di cattura in vigore sulla sponda trentina a protezione della riproduzione naturale del temolo e dei salmonidi. Finisce così un conflitto che durava da tempo. Il regolamento ha tenuto in considerazione le associazioni di pesca prevedendo per la prima volta giornate dedicate ai dilettanti, finora spesso costretti a sgomitare con i professionisti. Nel Bresciano i pescatori del tempo libero sono oggi 36.749, Nel 1980 erano all’incirca 60.000 (il calo è del 40 per cento), ma da un anno la passione per questo antico sport sta scoprendo nuovi appassionati (crescita del 9 per cento), grazie ad una capillare promozione informativa. Non solo diapositive nelle scuole medie, ma lezioni di esperti del settore per spiegare ai ragazzi l’importanza dell’ambiente, delle varie specie di pesci, dei cicli riproduttivi, dei valori alimentari, come pescare (leggi, regolamenti, tempi di divieto, misure, attrezzi e licenze) e la storia della pesca dalle origini ad oggi. Alla fine delle lezioni è stata distribuita ai ragazzi «Pesca e Ambiente». L’assessorato alla pesca era presente con un proprio stand al salone della Nautica di Montichiari. Migliaia di persone sono state attratte dall’acquario, con le specie ittiche più importanti delle nostre acque, e l’esposizione di rari attrezzi originali per la pesca, professionale e dilettantistica. Il corpo di vigilanza ittico-venatorio-ambientale distribuiva materiale illustrativo e il nuovo opuscolo sulla normativa edito dall’assessorato, «Pescare in provincia a Brescia». I pescatori professionisti in attività sono all’incirca 100 (erano mille degli anni ’50). La Provincia intanto si occupa del ripopolamento ittico con una semina pregiata nei bacini lacustri e nei corsi d’acqua. Quest’anno la spesa sostenuta dall’assessorato si aggira intorno ai 365 milioni. Da notare che il reticolo idrografico della provincia è di 3.836 chilometri (i bacini lacustri 86, i fiumi e torrenti 1.053, canali e rogge 2.697). Dimensioni da record in Italia. Risale allo scorso anno la collaborazione con l’associazione di pescatori che gestisce l’incubatoio ittico di Ponte Caffaro per la fornitura di materiale destinato alle acque pubbliche della Valsabbia. Accanto all’incubatoio ittico di Ponte Caffaro nasceranno presto gli incubatoi dell’Alta Valcamonica a Vezza d’Oglio (struttura da ultimare) e dell’Alto Garda a Tremosine (da realizzare), mentre verrà promossa anche la ricerca di una localizzazione adeguata per un incubatoio dell’Alta Valtrompia. Quanto al piano di ripopolamento del lago, il materiale ittico di pregio proviene in parte dagli incubatoi ittici provinciali. Si stanno ultimando in questi giorni le immissioni di avanotti di coregone prodotti nell’incubatoio ittico di Peschiera del Garda. Sono state stabulate circa 80 milioni di uova e si è avuta quest’anno una produzione di circa 50 milioni di avanotti. Per quanto riguarda il carpione, sono state stabulate circa 25 mila uova che sono ora in fase di schiusa. Il piano semine prevede quest’anno l’immissione di 10 quintali di anguille, 300.000 lucci, 5.000 carpe, 30.000 trote lacustri.
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Al via domani la stagione con l’apertura alla trota. In calendario anche giorni riservati ai dilettanti
Tornano a crescere i pescatori
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