Sull’alto lago di Garda la fauna selvatica è in affanno, presumibilmente sotto i colpi dei bracconieri. Nelle ultime settimane infatti sono stati quattro i cervi trovati morti sui monti dell’alto Garda, in pieno territorio del Parco. Anzi, nel cuore stesso del Parco.Due carcasse sono state individuate nella zona di Puria Nuova, una in prossimità della galleria di Puria ed un’altra in territorio di Tignale. Gli esemplari avevano un’età attorno ai quattro anni.Tra le ipotesi più accreditate viene vagliata quella di qualche bracconiere che potrebbe essersi appostato in macchina sulle strade sterrate che permettono di individuare ed abbattere gli animali, prendendo la mira e premendo il grilletto in prossimità della propria vettura.Ma, spiega qualche esperto, al contrario dei caprioli che, abbattuti, cadono quasi sempre sul luogo dove sono stati colpiti e lì muoiono, i cervi – animali di grande mole – incassano il colpo e riescono poi a spostarsi anche per qualche centinaio di metri, per poi cadere e morire. In pratica, succede che il bracconiere non riesce più a recuperare neppure la carcassa dell’esemplare abbattuto, che spesso, dopo alcuni mesi, viene individuata, segnalata e, come nei casi di cui si sta parlando, fotografata.Quanto al sistema di «caccia», non parrebbero esservi problemi, in quanto sono disponibili fucili dotati di infrarossi e silenziatori, per cui colpire in condizioni di scarsa visibilità e senza farsi notare non rappresenta una difficoltà.L’ostacolo, si diceva, consiste invece nel procedere al recupero dell’animale. Proprio per questo capita che, come nei quattro casi segnalati di recente, vengano rinvenute praticamente solo le ossa.Tra le ipotesi alternative al bracconaggio vero e proprio se ne affaccia un’altra, più remota, costituita dall’azione dei cani in periodo di caccia.Quanto alla provenienza dei bracconieri, questi potrebbero essere gardesani, ma è elevato il sospetto che possano portarsi nel Parco da zone vicine e a poco servono sia i cartelli (spesso impallinati o divelti) o le sbarre che chiudono le strade di montagna, sulle quali il transito è vietato. In quest’ultimo caso vengono aperte, dopo che sono stati tranciati i bulloni.Altri episodi che si sono verificati all’interno del territorio del Parco hanno visto abbattere camosci in piena area demaniale, con colpi sparati sul confine dell’area protetta.E se per i cervi le cose non vanno bene, peggio stanno gli stambecchi, visto che se ne contano e vedono in giro sempre di meno.Uno dei possibili rimedi potrebbe essere costituito dalla proibizione del transito veicolare sulle strade di montagna. Il divieto, peraltro, potrebbe tutelare anche qualche altro aspetto naturalistico. Ed in questa direzione si sono mossi negli ultimi mesi alcuni Comuni altogardesani. Toscolano Maderno ha vietato il transito con veicoli a motore sulla strada Ponte Campei e Valle dei Gamberi, Valle di Campiglio e Passo Fobia, Archesane per Casino Verde e per Passo Spino, Le Prade e Rifugio Spino, da Navazzini a Contrada Prada per Pirello e Pizzoccolo, da contrada Prada a Navazzini, da S. Urbano a Navazzini, località Serve e C. Veronese.A Gargnano il divieto vige sul sentiero di Comer, via Cima Lovere, via Croce (vicino Muslone), via Rocchetta.Tignale ha proibito il transito (e proceduto ad accertamenti a campione) sulle strade in località Natone, dal bivio per Stublel alla località Scarpapé, dalla località Bochèt dei Soldà attraverso la valle delle Carbonere fino alla località Scarpapé e dal Passo Ere fino ai Termen.Ma se i divieti esistono, la vera difficoltà consiste nell’operare forme di controllo e farli rispettare.
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Sull’alto Garda la fauna selvatica è in sofferenza. Da Toscolano a Tignale in vigore i primi divieti di transito.
Trovate quattro carcasse, animali forse abbattuti dai bracconieri
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Strage di cervi nel Parco
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