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Allo studio altre due ipotesi per il futuro

Navazzo, la grande seteavrebbe i giorni contati

La grande sete delle frazioni di Gargnano dovrebbe finire presto, forse già da questo fine settimana. Nei giorni scorsi le proteste non sono mancate ed una quindicina di persone ha incontrato il sindaco, Gianfranco Scarpetta, per parlarne. Qualcuno si è spinto anche negli uffici del Consorzio Garda Uno, che gestisce il servizio, ed altri hanno scritto al Prefetto.Per la verità la difficoltà di approvvigionamento idrico nell’entroterra di Gargnano è cosa annosa e non è una novità. Quest’anno il problema si è presentato con anticipo, complici le condizioni meteo perennemente al bello. D’obbligo, quindi, per l’Amministrazione comunale correre ai ripari. Giacomo Villaretti, assessore ai Lavori Pubblici, spiega il piano di intervento, che è diviso in due settori. Il primo riguarda l’immediato, cioè le necessità soprattutto degli abitanti di Navazzo, ma anche di altre aree della collina, come i Mulini. Poi bisognerà prevedere un forte potenziamento entro il prossimo anno, quando alcune grosse strutture ricettive inizieranno ad operare sul Monte: l’albergo a cinque stelle da 216 posti in costruzione al Roccolino e la clinica – casa di riposo, in fase di realizzazione a Formaga, per oltre 50 ospiti. Senza dimenticare che anche al Lama è già stata approvata e potrebbe decollare in qualsiasi momento una struttura da 132 posti letto.Per l’immediato, cioè per questi giorni, è in fase di ultimazione la captazione di acqua nella zona di Selva Scura (in territorio di Toscolano Maderno) che andrà a potenziare l’attuale portata di 2 litri al secondo con altri 3-4 litri, mentre entro i prossimi giorni, assicura Villaretti, un’altra sorgente della zona verrà sfruttata, con apporto di ulteriori 2-3 litri. In conclusione, si passerà da 2 litri al secondo di oggi ad una decina entro pochi giorni, sufficienti, a parere di assessore e tecnici, a soddisfare la grande sete di Navazzo e zone vicine. I lavori sono peraltro iniziati un mese fa, anche se gli ostacoli di carattere procedurale e burocratico non sono mancati. Dal canto loro, gli amministratori smentiscono che l’acqua scarseggi poiché utilizzata nelle nuove costruzioni in corso: queste si approvvigionano autonomamente con autobotti da 15 metri cubi ciascuna.Se, quindi, entro pochi giorni le previsioni parlano di soluzione della situazione di carenza idrica, resta però in ballo l’impegno maggiore, che è quello in prospettiva, riferito cioè al prossimo anno, quando le nuove strutture diverranno operative.In questo caso, gli studi in corso sono due, e verranno presentati in Comune entro il 15 giugno 2007. La prima ipotesi consiste nel potenziare la condotta tra Muslone e Sasso (che preleva l’acqua che scende alla centrale di San Giacomo), raddoppiando la condotta verso Sasso. La portata d’acqua passerebbe da 12 a 50 litri circa al secondo con un costo attorno ai 700.000 euro.In alternativa viene considerata l’ipotesi di prelevare acqua dalla diga di Valvestino o direttamente dal torrente Vesta. Quest’acqua verrebbe incanalata verso località Caveruna, dove andrebbe ad imboccare l’attuale tubatura dell’acquedotto che serve il Monte. Allo studio anche un eventuale nuovo scavo a fianco della strada provinciale di Valvestino. Operare la scelta è urgente; altrettanto eseguire i lavori.

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