venerdì, Settembre 29, 2023
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Al Museo la ruota del 1915-’18

L’ oper­azione di recu­pero del­la ruo­ta di un car­ro che veni­va uti­liz­za­to durante la pri­ma guer­ra mon­di­ale è sta­ta por­ta­ta a ter­mine con suc­ces­so nel gol­fo di Mader­no. L’in­di­vid­u­azione del­la ruo­ta era avvenu­ta l’es­tate scor­sa, durante una diret­ta tele­vi­si­va sub­ac­quea a 26 metri di profondità.Alcuni giorni dopo, la Deep Explor­ers di Ange­lo Mod­i­na ha orga­niz­za­to una spedi­zione esplo­rati­va coi sub­ac­quei capeg­giati da Gian­ni Calafà, che han­no fat­to rilievi e ver­i­fi­ca­to se nei din­torni ci fos­sero altri reper­ti. Purtrop­po il lago nascon­de­va solo la ruota.Dopo aver anal­iz­za­to le fotografie scat­tate sui fon­dali, Rober­to Righet­ti­ni, appas­sion­a­to di reper­ti bel­li­ci e vicesin­da­co di Toscolano, ha trova­to una notev­ole somiglian­za con le ruote dei car­ri di approvvi­gion­a­men­to in uso del­l’e­serci­to ital­iano nel­la guer­ra del 1915–1918, recu­peran­do foto di questi tipi di car­ro. Un altro appas­sion­a­to e scrit­tore mader­nese, Andrea De Rossi, ha scop­er­to nel­la sua rac­col­ta di mate­ri­ale stori­co, una raris­si­ma con sol­dati ital­iani del­la grande guer­ra che pro­prio sul lun­go­la­go di Mader­no sta­vano car­i­can­do mate­ri­ale su un bat­tel­lo nelle vic­i­nanze del fon­dale dove la ruo­ta è sta­ta ritrova­ta. Il con­fine di Sta­to all’e­poca era un poco più a nord di Limone.Spinto da queste infor­mazioni Ange­lo Mod­i­na, col sosteg­no del sin­da­co Ele­na, ha prepara­to il prog­et­to per il recu­pero, in col­lab­o­razione con la Soprint­en­den­za del­la Lom­bar­dia, che ha sua invi­a­to un respon­s­abile del del­la Guer­ra Bian­ca in Adamel­lo, Anto­nio Trot­ti. L’op­er­azione è sta­ta con­dot­ta da due squadre, una che lavo­ra­va in super­fi­cie e l’al­tra impeg­na­ta in impre­sa sub­ac­quea. Sul­la bar­ca «Cap­i­tan Nemo», attrez­za­ta con il Rov (robot filogu­ida­to), con Ange­lo Mod­i­na c’era il respon­s­abile del Museo del­la Guer­ra, Anto­nio Trot­ti, per seguire le fasi del recupero.La squadra di sub­ac­quei ha lavo­ra­to sot­to la gui­da del veronese Gian­ni Calafà, esper­to sub­ac­queo con espe­rien­za nel­l’arche­olo­gia. L’op­er­azione è rius­ci­ta, sot­to lo sguar­do incu­rios­i­to di un folto pub­bli­co, apposta­to sul lun­go­la­go Zanardel­li di . I sub, gui­dati da Gian­ni Calafà, han­no imbra­ga­to la ruo­ta, uti­liz­zan­do un pal­lone di soll­e­va­men­to, por­tan­dola in super­fi­cie, tra gli applausi del pubblico.Poi il reper­to è sta­to pre­so in con­seg­na da Anto­nio Trot­ti, che lo sot­to­por­rà alle prime cure di restau­ro con­ser­v­a­ti­vo. In ser­a­ta la ruo­ta è sta­ta car­i­ca­ta in macchi­na e por­ta­ta al Museo.Dopo il restau­ro, la ruo­ta ver­rà espos­ta nel nuo­vo , nel­la a Toscolano. Il Museo ver­rà inau­gu­ra­to saba­to prossi­mo 2 giug­no.

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