sabato, Maggio 4, 2024
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Lo gestirà la Comunità montana. Accordo con il Comune per potenziare l’offerta di Novezzina

Al posto del baito spunta un ostello

Da baito per la mungitura a ostello. Procede il mega progetto che punta a creare un polo di attrazione culturale alle falde del Baldo. Il consiglio comunale di Ferrara di Monte Baldo ha approvato all’umanità l’estensione del contratto di comodato dell’Orto Botanico di Novezzina tra il Comune e la Comunità del Baldo. All’ente spetterà gestire la struttura che, una volta realizzata, accoglierà turisti, studiosi, escursionisti, amanti della montagna, ma è soprattutto destinata ad offrire ospitalità a costi contenuti agli studenti. Ora infatti le scolaresche fanno tappa al rifugio che, a progetto terminato, sarà invece riservato esclusivamente ad attività didattiche e farà da base anche all’ osservatorio astronomico, l’altro gioiello finanziato dalla Regione per Ferrara di Monte Baldo. «L’ampliamento dell’Orto botanico di Malga Novezzina non implica alcuna perdita per gli allevatori», fa notare il neo sindaco Paolo Rossi.«Infatti la malga deve rimanere pascolata e per questo l’amministrazione costruirà un nuovo stallone per gli allevatori residenti, l’area non deve cadere nel degrado». Ora il ricovero riservato alla mungitura si trova su una doppia curva sulla provinciale 8 del Baldo, la strada Graziani. «La nuova struttura sorgerà in una zona vicina, ma in un punto meno problematico sotto il profilo della viabilità». Guerrino Coltri, vicesindaco e assessore alla Comunità montana, spiega: «L’estensione del comodato è stata approvata a condizione che la Comunità del Baldo realizzi il rilancio e lo sviluppo dell’Orto botanico, come previsto dal secondo stralcio del progetto dell’Orto botanico e del piano pluriennale di sviluppo socio-economico approvato per il quinquennio 2001/2005. È però ovvio che questo ente non farà interventi se la struttura non è disponibile». Nessuna perdita per il Comune: «La proprietà resta nostra, ma siano impegnati a gestirla, come prevede il progetto finanziato dalla Regione, non possiamo cioè alienarla». E spiega: «Il finanziamento, per questo secondo stralcio, è di 500mila euro». Fa inoltre notare Coltri: «La stalla sarà completamente ristrutturata e trasformata in struttura ricettiva a basso costo per giovani, attrezzata con servizi necessari al soggiorno e al pernottamento. Saranno ricavate stanze per un totale di 39 posti letto, una sala da pranzo rustica con cucina, un soggiorno e i servizi igienici». La copertura verrà rifatta e isolata: travi in abete all’interno, coppi tradizionali in argilla all’esterno. Fuori, la muratura portante resterà in pietra a vista. Quello approvato in Consiglio è solo il secondo stralcio di un piano che punta, nel suo complesso, a rivalutare il territorio del Monte Baldo, a valorizzarne le risorse naturali, culturali, economiche, enogastronomiche, ad attrarre in montagna parte dei moltissimi turisti che gravitano tra Verona e il lago di Garda. Si tratta di un progetto ambizioso, «suddiviso in tre stralci da 500mila euro ciascuno, per il 30 per cento a carico del Comune, per il resto dalla Comunità montana con finanziamenti regionali ed europei», chiude Rossi.

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