martedì, Novembre 5, 2024
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La voce si è rapidamente sparsa nella serata di lunedì: «il casello della finanza», l'antica dogana dell'imperial regio governo del Tirolo meridionale, è stato venduto.

Alienato edificio storico

La voce si è rapidamente sparsa nella serata di lunedì: «il casello della finanza», l’antica dogana dell’imperial regio governo del Tirolo meridionale, è stato venduto. Un fatto di per sé del tutto normale, per la verità. Una compravendita, come tante altre avvengono tra privati cittadini. È certo però che se la compravendita riguarda questo piccolo edificio sul porto di Torbole, carico di storia e al tempo stesso tanto grazioso e pittoresco, la cosa cambia. Per lo meno, incuriosisce. E parecchio, visto che se ne parla e se ne spettegola molto tra torbolani. Per giunta – dice una fonte «ben informata» – venduta ad un paesano. Un torbolano, in ogni caso, sconosciuto e che per ora ancora non si è rivelato. Ammesso che il fantomatico compratore torbolano sia.Il prezzo? In questi casi, di solito, quello realmente versato non trapela. Ma la fonte (sempre quella «ben informata») spara una cifra vicino ai 600 milioni. Un’enormità, se si considera l’esiguità degli spazi calpestabili della casettina. Disposta su due piani (piano terra e primo piano), considerando la scala interna, si arriverà a malapena ai 30/35 metri quadrati, anche meno.Come dire 20 milioni al metro quadrato. Praticamente un capriccio per un amatore originale. Però, vuoi mettere possedere quella piccola e singolare ex dogana, tanto simile alla casetta dei sette nani? In tanti se ne sono, in effetti, innamorati. Anzi, pare che all’agenzia immobiliare, incaricata della vendita, si sia presentato più di un interessato a comperare. Anche se, tutto sommato, non si capisce per cosa farsene. I locali, infatti, sono piuttosto angusti. Poi c’è la privacy: questa del tutto inesistente. In pratica è come stare in mezzo ad una piazza, sotto lo sguardo di tutti, quando si entra o si esce. Abitabile, se non per pochi giorni di ferie, non sembra quindi proprio. In realtà, finora l’antica dogana, per la quale dovevano passare a far controllare bagagli e merci i nostri nonni per raggiungere l’Italia e viceversa l’Austria, finora è stata ben poco utilizzata. Fino all’annessione del Trentino alla «madre patria» fu, appunto, sede del posto di guardia della finanza. Poi passò ad una facoltosa coppia milanese. Lui la usava, fregandosene della privacy, come garçonnière: gli bastava starsene lontano dagli occhi della moglie, racconta un torbolano che dall’hotel Garda, ricorda ancora l’esposizione al vento dei seni prorompenti della giovane amante sul piccolo balcone. Peccato, racconta ancora lo stesso, che la giovane amasse anche andarsene in barca con un coetaneo, focoso barcaiolo di Torbole, sempre pronto alla bisogna. Poi per anni non s’è visto più nessuno. All’inizio degli anni Ottanta, ci fu un altro cambio di proprietà. La vedova cedette alle insistenze di Michele Toblini, scomparso un paio d’anni fa: un mattacchione di cui si ricordano ancora le spassose estrosità e gli scherzi. Comunque pure lui un torbolano, che di tanto in tanto tornava al paese, prendendo alloggio nel suo «casello», da cui amava uscire di mattino in vestaglia rossa e ciabatte, capelli ritti in testa, per andarsene al vicino bar per il primo caffè. Una periodo breve. Già nell 1985, anche lui cedette la proprietà della casetta. Questa volta ad un tedesco. Lo stesso che, a quanto si dice con insistenza, avrebbe venduto in questi giorni.

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