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Un investimento di 300 milioni per riaprire i vecchi percorsi storici che collegavano il comune di Ferrara alla val d'Adige

Alla riscoperta dei vecchi sentieri

Un investimento di 300 milioni per riaprire i vecchi percorsi storici che collegavano il comune di Ferrara alla val d’Adige. Il progetto riguarda circa dieci chilometri dì sentieri, che dal Comune di Brentino raggiungono Naole e che è stato commissionato dalla Comunità montana del Baldo. I primi lavori di sistemazione e ripristino dovrebbero iniziare a giorni, per concludersi poi entro marzo 2001. Ad eseguirli sarà il corpo regionale forestale dello stato. n tracciato attraversa anche i Comuni di Brentino e San Zeno di Montagna, ma ricade principalmente nel territorio di Ferrara. «Da Pian di Festa, attraverso il Passo del Casello arriviamo alla località Gambori e, di qui, all’orto botanico di Novezza», spiega il sindaco Guerrino Coltri. «Poi, dalla pozza del pastori attraverso il sentiero delle mule giungiamo alla malga Valfredda per finire poi a Naole. Di fatto, m questo modo, arriviamo a collegare i due versanti del Baldo, ma il punto d’arrivo principale, o meglio il perno attorno a cui ruota tutto il progetto, è l’orto botanico che vorremmo valorizzare in modo particolare».I lavori prevedono la sistemazione di una serie di cartelli che indicano meta e chilometraggio, la disposizione di una segnaletica orizzontale, che indica il sentiero, ma soprattutto la pulizia e la risistemazione di alcuni tratti particolarmente interessanti anche dal punto di vista storico culturale.«Il sentiero delle mule, ad esempio,» spiega il sindaco, «è così chiamalo perché una volta era utilizzato da quanti andavano sul Baldo alla ricerca di erbe officinali, che venivano riportate a valle appunto caricate nel basto dei mun. Ma ci sono anche la strada del Crior, che fungeva da collegamento fra la val d’ Adige e la montagna. La strada detta della Pertea attraversava tutto il territorio della malga Gambon per arrivare a quella chiamata Prazzonego, sul monte Cucco, vicino alla località Albarè. Percorsi che a noi oggi dicono poco. ma che sono sfati i tragitti utilizzati abitualmente per secoli dalla gente di montagna».

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