giovedì, Maggio 2, 2024
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Accantonati gli sgarbi reciproci Zontini, Malfer e Caproni pronti a progettare insieme il futuro

Amsa e Lido si sono incontrate al Casinò

Passati appena una decina di giorni dalla cena per dieci ospitata dall’assessore provinciale al turismo Marco Benedetti nel ristorante di famiglia per tentare di sciogliere il gelo era calato tra l’Amsa spa e la Palacongressi, dopo lo sgarbo dell’esclusione del Casinò dagli spazi espositivi dell’Expo Schuh di giugno, sulla via della ripresa del dialogo è già possibile registrare un primo evento foriero di tempi migliori, che evitiamo di definire storico per risparmiarci una fin troppo scontata banalità.Nella sede dell’Amsa, proprio nel Casinò – rimasto senza scarpe per una scelta nella quale c’era chi aveva visto una sorta di ritorsione per l’esclusione della Lido di Riva dal capitale costitutivo della società per azioni arcense – mercoledì sera si sono incontrati i presidenti della Palacongressi, Gianni Zontini, e della Lido di Riva, architetto Mauro Malfer, e il consiglio di amministrazione dell’Amsa con il presidente Gianni Caproni, il vice Marcello Carli e i consiglieri Alessandro Banal, Enzo Benedetti, Ferruccio Chemolli ed Ennio Righi.Poichè l’incontro del disgelo è iniziato subito dopo la riunione ordinaria dell’Amsa, alla quale era intervenuto il dottor Nadio Delai per illustrare lo studio di fattibilità per un utilizzo delle aree di Linfano a nord della litoranea (sulle quali è aperta una trattativa con il dottor Domenichelli della Porto Arco, che potrebbe portare a una riscrittura dell’art. 31 del regolamento edilizio e alla revisione dei vincoli urbanistici imposti dal Prg), il consulente ha preso parte anche al successivo confronto.Che si è svolto in un clima che il presidente Gianni Caproni ha definito amichevole e costruttivo: si è riaperta la strada per l’avvio di una collaborazione a largo raggio tra l’Amsa e la Lido di Riva, che intendono puntare insieme soprattutto alla riqualificazione dell’offerta turistica, partecipando al recupero e alla creazione di strutture ricettive anche fuori dai rispettivi ambiti. In un bacino che per richiamare i turisti dei prossimi decenni non deve limitarsi a quello che può sfruttare unicamente la risorsa lago, ma che si estenda al retroterra e alla montagna, integrando un’offerta unitaria che sappia mettere a profitto, rispettandolo e proteggendolo, l’intero Basso Sarca, naturalmente vocato al tempo libero.

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