lunedì, Aprile 29, 2024
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L’impegno delle Colonie alpine per l’inserimento lavorativo. La coltivazione offre impiego ai disabili psichici

Attivi grazie ai tartufi

Il tartufo del Baldo aiuta i disabili psichici a reintegrarsi nel mondo del lavoro. A dirlo è il presidente delle Colonie alpine veronesi, Amos Guatta Caldini, al termine delle due giornate di congressi per beneficenza organizzate al Albisano. L’ente pubblico per la beneficenza e assistenza, in passato al centro di scandali giudiziari, ha in corso un progetto denominato «Progetto Emanuele» che si occupa del reineserimento, attraverso l’apprendimento di una qualifica lavorativa, dei disabili psichici nella così detta società civile. «Da circa cinque anni», ha spiegato Amos Guatta Caldini, «e cioè da quando il sottoscritto è entrato nelle Colonie alpine veronesi, abbiamo chiuso positivamente tutte le questioni giudiziarie in sospeso, frutto della malagestione precedente. Ora l’ente è impegnato solo a garantire assistenza e aiuto alle persone bisognose. Da alcuni anni infatti siamo ripartiti davvero da zero. E siamo riusciti a realizzare molte iniziative interessanti». Sulle colline di Torri, e precisamente in località Bardino ad Albisano, l’ente è proprietario di molti terreni, finora coltivati a oliveto, su cui vengono fatti lavorare i disabili psichici, con l’aiuto di medici, psicologi e personale del Self Help San Giacomo, di Borgo Roma, oltre a personale agrario qualificato. «In questo modo, siamo riusciti finora a ottenere buoni risultati e a rendere autonomi diversi disabili psichici. Questi, dopo aver imparato un mestiere, lavorano per alcune ditte veronesi: non sono un peso economico per la società ma vere e proprie unità produttive, con un reddito e una propria autonomia», ha proseguito Caldini. A tutt’oggi quattro disabili psichici coltivano le terre delle Colonie alpine a Bardino, mentre altri tre si sono reinseriti nella società civile. «Con queste due giornate», prosegue il presidente, «e grazie all’aiuto della Comunità montana del Baldo, della Provincia di Verona, della Regione e di numerosi sponsor privati che ci hanno dato contributi, adibiremo un terreno alla coltura dei tartufi del Baldo». Nel fine settimana scorso, al prezzo di 35 euro, le Colonie alpine hanno organizzato due pranzi di beneficenza a base di tartufo, per raccogliere fondi destinati al Progetto Emanuele. «Sono state 170 circa», a sentire i conti del responsabile stampa delle Colonie, «le persone che hanno partecipato contribuendo alla iniziativa. Il fine settimana prevedeva anche un convegno sull’Alzheimer, patrocinato dal centro nazionale di ricerca, e un altro sugli aspetti tecnici, colturali, e biologici del tartufo». «Quello che ci ha lasciati davvero contenti», ha chiuso Caldini, «è stata la possibilità di far conoscere un prodotto tipico, come il tartufo del Monte Baldo, all’aspetto di utilità sociale e di autofinanziamento del nostro progetto. Da gennaio inizieremo a coltivare ad Albisano un terreno idoneo per il tartufo e avremo quindi la possibilità di far lavorare un numero maggiore di disabili psichici». Infine, tra i progetti a breve termine delle Colonie alpine veronesi c’è la creazione di un agricampeggio, sempre ad Albisano, da far gestire ai disabili in collaborazione con personale qualificato. «Per questo», hanno terminato i vertici delle Colonie alpine veronesi, «stiamo attendendo l’autorizzazione della Soprintendenza di Verona ad abbattere una vecchia casetta, che si trova sui terreni, dopo di che il comune di Torri dovrebbe darci le autorizzazioni per poter creare l’agricampeggio».

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