sabato, Luglio 27, 2024
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I livelli del lago. Vertice con autorità di bacino, consorzi e regioni per rivedere il flusso d’acqua per l’agricoltura e ridurre gli sprechi. La Comunità: «Se va avanti così scenderemo a più 8 entro il 10 agosto»

Benaco verso il minimo storico

Allarme siccità. Il grido arriva dalla Comunità del Garda seriamente preoccupata per i livelli del più grande lago d’Italia. «Ogni giorno il Benaco cala di un centimetro e mezzo e continuando di questo passo arriveremo alla fine della prima decade di agosto a toccare il minimo storico registrato nel 2003», afferma Pier Lucio Ceresa, segretario generale dell’ente comunitario di Gardone Riviera. «La differenza, non da poco, è che il più otto sopra lo zero idrometrico di Porta Verona a Peschiera si registrò il 15 settembre, a stagione estiva in fase di chiusura. Ora siamo solo a fine luglio e davanti ci sono ancora due mesi di bagni e un mese e mezzo di stagione irrigua per i terreni mantovani». Un quadro tutt’altro che confortante, tanto da convincere la Comunità del Garda a chiamare a raccolta tutti i sindaci delle tre sponde, i rappresentanti delle Province di Verona, Trento e Brescia e dei bacini imbriferi mantovani. Ma non solo. «Chiediamo la presenza dei presidenti delle regioni Veneto, Lombardia e Trentino», interviene Vincenzo Ceschini, vicepresidente della Comunità del Garda, «d’altronde solo i governatori Giancarlo Galan, Roberto Formigoni e Lorenzo Dellai hanno il potere di prendere decisioni». L’appuntamento è già stato fissato per mercoledì 10 agosto alle 11 nel municipio di Mozambano. Dopo il vertice, la pattuglia di amministratori muoverà in direzione della diga di Salionze per un sopralluogo al manufatto che regola l’afflusso delle acque del lago nel Mincio. Si tratta di un edificio regolatore artificiale costruito nel 1950, formato da uno sbarramento in muratura lungo 72 metri a più luci, chiuse da paratoie metalliche piane. Le aperture centrali immettono l’acqua nel Mincio, le luci di destra alimentano il canale irriguo-industriale Virgilio, mentre l’apertura di sinistra riversa acqua nella Seriola di Salionze «Oggi (ieri per chi legge) la colonnina di Peschiera registra un più 24,5 centimetri sopra lo zero idrometrico a fronte di uno scarico nel Mincio di 69 metri cubi d’acqua al secondo», riprende Pier Lucio Ceresa, che ha già contattato gli ingegneri Luigi Mille e Salvatore Rizzo, rispettivamente direttore generale dell’Agenzia interregionale del Po e responsabile del manufatto di Salionze. «Entrambi saranno presenti all’incontro di Mozambano», sostiene Ceschini pronto e anticipa alcune imminenti decisione dell’Aipo: «Non più tardi di due ore fa l’ingegnere Mille mi ha comunicato che da martedì notte diminuirà il deflusso delle acque del Garda al Mincio: non più 69 ma 50 metri cubi al secondo. I consorzi mantovani sono d’accordo anche perché la coltivazione del mais è terminata. Il loro è un gesto di grande collaborazione se consideriamo che per legge i consorzi irrigui, in questo periodo dell’anno, hanno diritto ad 88 metri cubi d’acqua al secondo. La stessa legge Galli detta poi le priorità nell’utilizzo dell’acqua: prima l’agricoltura e a seguire l’industria e turismo». Ma oltre a sperare nella grazia di Giove Pluvio quali sono le proposte concrete per il futuro? «È indispensabile fare ordine nella pletora di concessioni rilasciate ancora negli anni ’50», sostiene convinto Ceschini, «in pratica rimodulare le concessioni d’acqua ai vari consorzi, sono circa una trentina, in base all’effettiva necessità». In modo semplice: evitare sprechi. Intanto nonostante un lago di Garda sempre più basso non si registrano particolari problemi collegati alla navigazione. «A parte lo scalo di Castelnuovo, già sospeso a fine giugno, tutto procede regolarmente», afferma Marcello Coppola, direttore d’esercizio della Navigarda. E precisa: «La navigazione prosegue senza intoppi e sarà così anche con un lago più basso. Due anni fa siamo andati in sofferenza solo quando il lago si è attestato sugli otto centimetri sopra lo zero idrometrico. In precedenza per evitare di danneggiare l’elica dell’aliscafo avevamo deciso cambiare mezzo di navigazione e di utilizzare i catamarani, che non hanno bisogno, al pari dei battelli, di un fondale particolarmente fondo».

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