sabato, Luglio 27, 2024
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Smantellato dopo 68 anni di attività. Aveva tolto dall’isolamento i paesi ai piedi del Baldo

Cinquant’anni fa sparìil trenino Verona Caprino

Il 20 marzo 1957, esattamente mezzo secolo fa, terminò lo smantellamento della linea ferroviaria Verona-Caprino. Quei lavori di 50 anni fa segnarono la fine di un’epoca, che aveva visto le prime gite fuori porta della popolazione. Due gli itinerari preferiti: a Garda, sul lago, per i primi bagni, e a Caprino, meta dei tantissimi devoti della Madonna della Corona, che salivano a piedi fino a Spiazzi e di qui al santuario.Il trenino fu una creazione di tardo Ottocento. Fu importante non tanto per il percorso dalla città alla provincia, ma al contrario: infatti la linea tolse dall’isolamento parecchi comuni montebaldini. L’idea venne a un gruppo di personalità che il 28 maggio 1883 si costituì in comitato promotore. Ne facevano parte Giuseppe Poggi sindaco di Affi, Girolamo Giuliari sindaco di Costermano, Francesco Mazzoni e gli ingegneri Giovanni Battista Beccherle e Giuseppe Fraccaroli. Ai due tecnici venne affidata la stesura del progetto. L’11 febbraio 1886, regio decreto 3762, venne dato il via libera per i lavori.Fu coinvolto il ministero della Guerra, perché a Caprino esisteva un presidio di alpini e il confine con l’Austria era ad Ala Avio, assai vicino. Era possibile far affluire in modo veloce le truppe da Verona: qualche storico sottolinea che anche il trenino Verona-Caprino contribuì, con la fortificazione di Rivoli, a scoraggiare un attacco austriaco nel Veronese durante la prima guerra mondiale.I lavori iniziarono nel 1887, dopo una aspra vertenza anche legale con il comune di Verona, che non voleva fosse costruita a Porta San Giorgio la stazione di partenza. Vinse la causa la società per la ferrovia e il sindaco di Verona, Tessari, disertò per protesta la cerimonia d’inaugurazione, che avvenne il 3 agosto 1889. Al viaggio inaugurale parteciparono un centinaio di autorità. I sindaci salirono ognuno nel proprio paese. Ad Avesa il sindaco Segala aspettò il treno a bordo di un calesse con la figlia e non salì a bordo, poiché era anche assessore ai lavori pubblici a Verona e quindi solidale con Tessari. A Quinzano salì il sindaco Peruisi, a Parona il sindaco Zorzi, a Negrar il sindaco Sagramoso, a San Floriano Candiani di Marano, a San Pietro Incariano il sindaco Businelli, alla Sega il sindaco di Cavaion con il parroco don Bendinelli, ad Affi il sindaco Giuseppe Poggi, a Costermano il parroco, a Caprino furono accolti dal sindaco Candiani, fratello del sindaco di Marano. Il trenino di Verona, Caprino, Affi, Garda rimase attivo per poco meno di 68 anni. I nostri anziani lo ricordano ancora con simpatia.

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