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La gestione di un anno nel bilancio dell’Azienda gardesana servizi. Tre miliardi per la centrale di pompaggio di Cisano copertura delle vasche di Brancolino e altre condotte

Collettore più «veloce»

Meno onerosa del previsto nel 2001, per i Comuni consorziati dell’Azienda gardesana servizi la gestione del collettore. «Il mancato realizzo di alcuni investimenti e i maggiori ricavi hanno portato – fa presente Vittorino Zanetti presidente dell’Ags – a essere meno pesante l’ultima rata del contributo in conto servizi degli enti consorziati. Una riduzione superiore al dieci per cento su preventivati costi di sei miliardi e mezzo, con una contrazione complessiva, per i dodici associati di 655 milioni». Il tutto riconducibile stando agli assestamenti di bilancio approvati dai sindaci: al mancato realizzo di alcuni investimenti in sede di preventivo del 2001 e quindi a minori quote di ammortamento e più contenuti interessi passivi. «Inoltre – precisa Zanetti – va tenuto conto dei minori costi di mantenimento, dovuti al mancato realizzo del nuovo impianto chimico-fisico, che sarebbero risultati superiori a quelli dell’impianto ora funzionante». A contribuire alla diminuzione delle somme, preventivamente richieste agli enti consorziati, figurano anche gli aumentati ricavi derivanti dalla gestione del pozzo nero (più 275 milioni), al mancato indebitamento bancario per interessi (72 milioni) e ai ridotti costi per il personale (146 milioni), dovuti principalmente a mancate assunzioni e ad alcune improvvise dimissioni. Soffermandosi sugli investimenti, che l’Azienda attuerà nell’immediato futuro, Zanetti ha elencato il completamento della centrale di pompaggio e aspirazione di Sisano, indispensabile nella pulizia e a rendere così più idoneo lo scorrimento dei liquami nella condotta sublacuale San Vigilio-Cisano del costo di tre miliardi. Inoltre è in atto un intervento del costo di 200 milioni relativo alla pulizia e copertura delle vasche della stazione di Brancolino e questo per eliminare i cattivi odori. «In prospettiva – ha poi anticipato il presidente – bisognerà intervenire, per arrivare a un efficiente controllo delle portate di liquami immesse nel collettore principale come nella realizzazione di condotte sussidiarie, con funzioni di collettore di gronda convogliando i deflussi locali alla più prossima stazione di sollevamento. Nello stesso tempo si dovrà porre mano agli invasi delle acque di prima pioggia da poi immettere, gradualmente in tempi successivi, nelle reti dei collettori aziendali. Inoltre verrà messa mano all’impianto di depurazione di Peschiera per migliorarne la capacità di depurazione dei reflui. «Ma l’obiettivo di fondo – aggiunge Zanetti – è puntare a una gestione unitaria delle aziende impegnate sul lago nella lotta all’inquinamento delle acque». Il funzionamento del sistema idraulico è in effetti complesso per l’ampiezza del bacino di servizio, ma anche dal fatto che la gestione è ripartita tra due aziende responsabili: l’una operante in sponda bresciana e l’altra in sponda veronese. Da tempo, da entrambe le parti sono partiti segnali di unificazione della gestione, ma dalle parole e buone intenzioni è indispensabile passare ai fatti.

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