lunedì, Aprile 29, 2024
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Studio del politecnico di Milano sulla Penisola assediata dalle auto e dai pullman. Ora si cercano le soluzioni. Ventimila turisti la domenica. Che fare? Stop alle auto, più navette e posteggi

Così il centro soffoca di traffico

Le soluzioni perché il centro storico di Sirmione possa sopravvivere ad un destino, che non è certo ottimistico, ci sono. Ma ci vuole una buona dose di coraggio e, soprattutto, lanciare una sfida. Perché si tratta di scegliere una vocazione turistica di élite ? e allora occorrerà applicare restrizioni ed incrementi tariffari tali da scoraggiare il turista “mordi e fuggi” ? oppure di continuare la filosofia dei piccoli interventi di salvaguardia che, però, rinvierebbe solo il problema. Quale futuro, dunque, aspetta il turismo di Sirmione? L’altra sera l’équipe del gruppo Poliedra del Politecnico di Milano, con la collaborazione del Cra di Sirmione, ha presentato lo studio «Sfida», acronimo di «Sistema finalizzato all’integrazione della dimensione ambientale – che comprende anche i comuni di Pozzolengo e Padenghe -. Uno studio che ha messo sul tappeto, a disposizione del Comune, una serie di dati statistici indicativi frutto di elaborazioni fornite da vari interlocutori. Ebbene, nelle domeniche di punta della stagione primaverile si riversano sui soli parcheggi a pagamento 90 bus, 3500 auto con un tempo medio di 2 ore e mezza, 60 camper. I mesi di maggior afflusso sono luglio e agosto, con prevalenza di auto private e trasporto con i battelli della “Navigarda”, a seguire i fine settimana da aprile a giugno e in settembre con prevalenza di pullman. Nelle domeniche di primavera si calcola che arrivano nel centro storico di Sirmione ben 20 mila turisti, distribuiti in tre fasce turistiche: giornalieri, stanziali e possessori di seconde case. Insomma, un formicaio che si muove in lungo e in largo nelle uniche due stradine (via Vittorio Emanuele e via Piana). E’ per queste ragioni che il borgo antico cade spesse volte nel collasso se non addirittura in uno stato comatoso con problemi di sicurezza, di ordine pubblico e di vivibilità. Nel centro poi ci sono 1600 posti letto in strutture alberghiere, e 1500 lavoratori, fornitori di merci e servizi e 300 residenti che vanno ad aggregarsi al formicaio di turisti giornalieri. Ma adesso vediamo, secondo lo studio di «Sfida», come ci si arriva nel centro della località in una domenica di punta. Almeno 10 mila in auto, 3.500 in pullman, altri mille con la Navigarda, 2.000 a bordo di natanti, 500 con camper, biciclette, moto, e, infine, 2.500 con le navette di collegamento. Numeri, dunque, mostruosi perché bisogna tener conto che tra il Castello e punta Staffalo c’è uno spazio ridottissimo sia per i veicoli sia per i pedoni. Già perché un turista raramente sceglie una località di villeggiatura che somiglia più ad una bolgia che ad una stazione climatica e rilassante. Eccolo, dunque, il rischio che Sirmione maggiormente corre e su cui amministratori, associazioni di categoria, cittadini devono riflettere. Ci sono, però, possibili azioni per scoraggiare l’afflusso disordinato di turisti, per salvare il territorio e l’ambiente di Sirmione. Tutte soluzioni sulle quali si aprirà certamente un dibattito, comunque, non facile. Per esempio, introducendo misure rigide negli accessi di veicoli, aumentando le tariffe di sosta, vietando l’accesso alle auto di possessori di seconde case, dei clienti di alberghi, dei lavoratori, e consentendolo invece ai soli residenti purchè dotati di parcheggio privato. Il tutto, però, realizzando parcheggi, potenziando il trasporto collettivo con bus elettrici e navette, oltre che con motoscafi poco inquinanti.

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