giovedì, Novembre 14, 2024
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Desenzano inaugura le nuove sale espositive del Museo archeologico “G. Rambotti”

Il taglio del nastro delle nuove sale espositive del Museo civico archeologico “Giovanni Rambotti” di Desenzano del Garda è avvenuto per mano del sindaco Rosa Leso. Presenti alla cerimonia inaugurale, aperta dall’assessore alle Politiche sociali, culturali ed educative Antonella Soccini, la dottoressa Maria Fortunati della Soprintendenza per i Beni archeologici  della Lombardia, il presidente del consiglio comunale Andrea Palmerini, assessori e consiglieri comunali e autorità militari della città. Le nuove sale, situate al pianterreno nel chiostro di Santa Maria de Senioribus in via A.Anelli 42, oggi ospitano una serie di reperti che spaziano dall’epoca romana fino al Rinascimento. Questo, grazie alla collaborazione tra Comune e Soprintendenza, al lavoro del conservatore del museo Claudia Mangani, alla direttrice Anna Maria Finazzi, al responsabile dell’Ufficio Cultura Luca Mori e alla collaborazione gratuita dell’archeologo Angelo Ghiroldi.

Il Museo civico archeologico “G.Rambotti”, inaugurato nel 1990, custodisce l’aratro più antico del mondo risalente al 2000 a.C., offre non solo un ampio panorama delle culture preistoriche – in particolare del Paleolitico e dell’età del Bronzo – succedutesi nella regione benacense, ma raccoglie anche i reperti delle varie campagne di scavo nelle aree umide di interesse archeologico fino ai reperti delle ville romane scoperte nella “capitale” del Garda: quella più nota e visitabile in centro storico e quella rinvenuta tra il 2004 e il 2006 al limite occidentale della città di Desenzano, su un’area di circa 15mila mq.

Nella prima delle due nuove sale sono esposti testi e pubblicazioni del nostro territorio, compreso un manoscritto e un ritratto di Giovanni Rambotti che parla del Garda (“Cenni sul lago di Garda e i suoi contorni”); in parte della prima e nella seconda sala il visitatore può osservare una serie di reperti dall’epoca romana a quella rinascimentale, tra cui vasellame, ceramiche, olle, ciotole, piatti di argilla e vari recipienti usati per contenere i cibi in tavola (alcuni provengono dalla villa della Faustinella e altri reperti erano prima conservati nel magazzino della villa romana del centro).

«Il Museo civico “Giovanni Rambotti” non si presenta solo come un contenitore di reperti – ha sottolineato l’assessore Antonella Soccini – ma un luogo di identità, un punto di raccolta e di conservazione delle nostre tradizioni, delle abitudini di vita di chi ci ha preceduto, una testimonianza della ricchezza culturale del nostro territorio».

Grazie alla partecipazione a un bando regionale, il finanziamento ottenuto ha consentito l’acquisto delle vetrine e dei nuovi pannelli  espositivi da parte del Comune. La ritinteggiatura della facciata del museo e l’acquisto di audio guide, disponibili a breve, sono invece il frutto di una condivisione di obiettivi fra l’amministrazione civica e gli albergatori di Desenzano e sono stati finanziati con gli introiti della tassa di soggiorno.

«Il percorso Museo Rambotti, villa romana e castello ha un valore culturale e turistico per la città di Desenzano perché consente di conoscere il suo patrimonio – ha rimarcato la dott.ssa Maria Fortunati, a nome anche del soprintendente Filippo Maria Gambari –. L’intento di queste nuove sale è quello di stimolare il turista a proseguire il percorso all’esterno del Museo, visitando anche la villa romana di Desenzano, significativo esempio di villa tardo antica dell’Italia settentrionale, e il castello. La didattica è importante se insegna ai ragazzi, ma riesce anche a coinvolgere gli adulti, affinché maturino una “coscienza archeologica”».

In conclusione, ha ricordato il sindaco della città Rosa Leso, «il Museo Rambotti rappresenta un esempio di come è importante valorizzare le risorse del nostro territorio e metterle in rete, in un percorso archeologico, per far conoscere la nostra storia e portarla verso il futuro. Da quando c’è la nostra amministrazione, è la terza volta che ci ritroviamo in questo museo per un evento importante: prima, per la mostra “Il popolo dei laghi”, poi per inaugurare il restauro dell’aratro e il supporto particolare studiato per il suo riposizionamento nella teca, a dimostrazione di quanto l’Assessorato guidato da Antonella Soccini abbia a cuore il Museo Rambotti e il suo futuro».

All’inaugurazione di ieri sono intervenuti, oltre alle autorità e ai cittadini, anche la nipote di Giovanni Rambotti e l’avvocato Emilio Mosconi, che tre anni fa ha donato al museo desenzanese una prestigiosa collezione privata.

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