giovedì, Ottobre 10, 2024
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Il Comune ha approvato una prima tranche di interventi di restauro: investimento di 1,36 milioni. A fine anno i lavori. Nel 2006 secondo stralcio per 1,5 milioni

Desenzano, un futuro per il Castello

Non è interamente di proprietà comunale, come si credeva, il castello della capitale del Garda, emblema della cittadina con il faro della diga foranea e la villa romana. Ma questa situazione non frenerà gli interventi di restauro e ristrutturazione della parte antica della fortezza desenzanese. La Giunta, infatti, da un lato ha approvato il progetto del primo stralcio degli interventi messi in cantiere nel 2005 per un investimento di 1.360.000 euro. Dall’altro sta per siglare un’intesa con il Demanio che, nell’arco di un mese, dovrebbe cedere in uso al Comune, in cambio di un corrispettivo simbolico, quella piccola parte di antiche mura che non risultano essere di proprietà comunale. Un futuro per il castello. È questo l’obbiettivo dell’Amministrazione comunale, che, dopo aver inutilmente cercato di trovare imprenditori privati disposti a investire in un ben definito programma elaborato dal Comune, ha deciso di fare da sé. Cioè di por mano all’impresa di recupero funzionale degli edifici con fondi propri, intervenendo per stralci successivi. Insomma facendo un passo alla volta. L’obbiettivo è quello di rendere fruibili gli spazi interni ed esterni del castello. Ed è stato in questa fase che è emersa la novità riguardante la proprietà: si è sempre ritenuto infatti che il castello fosse di proprietà della comunità desenzanese. Il castello nel 1883 venne ceduto al demanio statale, destinato ad ospitare un presidio militare dove si avvicendarono bersaglieri ed alpini; poi, nel 1969, venne riacquistato dal Comune. «Ebbene – conferma il sindaco Fiorenzo Pienazza – è stato accertato che una piccola porzione di mura non è di nostra proprietà». Non si potrà tuttavia comperare quel piccolo mappale sfruttando la normativa alla quale il Comune ha deciso di ricorrere per sanare le situazioni del centro balneare del Desenzanino, del bar della spiaggia di Rivoltella e di parte dell’ex macello. In questi casi i terreni demaniali sui quali sorgono gli edifici possono essere acquisiti, nel caso del castello, invece, trattandosi di bene storico vincolato, questa strada è preclusa, ragion per cui si ricorrerà ad una convenzione per l’uso. La pratica è a buon punto e dovrebbe essere chiusa nell’arco di alcune settimane. Intanto il Comune ha approvato il progetto del primo stralcio delle opere di ristrutturazione. Riguarderanno la zona compresa fra la torre campanaria e la caserma Beretta e, sull’altro lato, si estenderanno fino al Torresino dei Pontesi, compreso anche l’alloggio del campanaro. La torre d’ingresso verrà destinata a spazio espositivo per mostre, mentre l’ultimo piano diventerà una terrazza panoramica. Dalla torre si accederà al vecchio camminamento lungo le mura, che sarà ripristinato; anche il cortile verrà recuperato, così da essere utilizzato per concerti. I lavori potrebbero iniziare fra la fine del 2005 e l’inizio del 2006. Ma il Comune ha già inserito nel bilancio delle opere pubbliche il secondo stralcio, per un ulteriore investimento di 1.500.000 euro destinati a ristrutturare gli edifici fra la torre campanaria e la specola. Questo secondo intervento dovrebbe decollare sul finire del 2006, al più tardi all’inizio del 2007. Resta sul tappeto tuttavia il recupero del volume più vasto e importante del castello, quello dell’ottocentesca caserma Beretta. Qui la giunta di centrosinistra del sindaco Rocca aveva progettato l’apertura delle filiale europea dell’Università inglese di Southampton. Ma il progetto italo-inglese non ottenne gli sperati finanziamenti europei e fu successivamente abbandonato. I grandi volumi sono destinati ad accogliere un auditorium-teatro da mille posti, sale per mostre, fiere e iniziative commerciali e culturali. Ma per passare dalle parole ai fatti servono ingenti capitali. Riuscirà il Comune, da solo, a dar corso anche a questo secondo e decisivo recupero?

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