mercoledì, Maggio 1, 2024
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L’amministrazione è passata ai fatti e ha impugnato la delibera della Giunta Galan che prevede la chiusura Ospedale, il Comune ricorre al Tar

E l’associazione disabili motori ha già raccolto più di 2500 firme

L’amministrazione comunale dell’alto lago, sorretta dalla popolazione che non si piega a strani giochi politici, ha deciso di affidarsi al Tribunale amministrativo regionale (Tar) per impugnare la «cervellotica» delibera della giunta Galan che prevede per l’ospedale di Val di Sogno la chiusura nel giugno del 2004. A fianco di Malcesine, nel tentativo di far cambiare idea al presidente della Regione, anche il Comune di Brenzone. Solidarietà espressa inoltre a più riprese espressa a parole dal primo cittadino di Torbole, Torri e Caprino. «Nel ricorso al Tar affidato all’avvocato Sala di Verona», spiega il sindaco Giuseppe Lombardi, «contestiamo tra le altre cose il documento dell’ex direttore generale dell’Ulss 22 Filippo Marelli secondo il quale non si è registrato alcun concreto interesse da parte di partner privati per l’ospedale di Val di Sogno. E’ una falsità considerato che ben sei società hanno a tempo debito avanzato la loro candidatura». Di fronte «all’arroganza del potere» (tutti slogan pronunciati durante le manifestazioni a difesa dell’ospedale) si scaglia anche l’associazione interregionale disabili motori (Aidm) che nel giro di pochi giorni ha raccolto più di 2500 firme a sostegno della struttura sanitaria d’eccellenza dell’alto lago. Già perché l’attività chirurgica ortopedica del nosocomio gardesano supera di gran lunga gli altri tre reparti dei due maggiori ospedali di Verona (1970 interventi a Malcesine, 829 in Borgo Trento primo reparto, 787 in Borgo Trento secondo reparto e 1267 a Borgo Roma). Dati che più di mille parole fotografano la florida situazione della struttura lacustre che in Regione hanno deciso di affossare, lasciando sguarnito a livello sanitario un vasto territorio densamente turistico per sei mesi all’anno. A fianco del Comune anche l’Unione gardesana albergatori veronesi con i suoi oltre trecento associati capitanati dal presidente Giuseppe Lorenzini deciso a «invitare i politici regionali e parlamentari che pescano voti sul lago a farsi paladini del centro di Val di Sogno». Pieno appoggio nella «battaglia» a difesa dell’ospedale è stata nuovamente ribadita dalla Comunità Montana del Baldo scesa in campo per appoggiare anche le «ragioni» di Caprino. «Viene privata di assistenza ospedaliera la zona baldense e l’entroterra gardesano e non vengono garantiti alle popolazioni residenti i limiti minimi d’intervento in caso d’urgenza», scrive la Comunità. A far montare lo «sdegno» tra la gente sono poi le voci insistenti che vedono nella chiusura dell’ospedale, che sorge in riva al lago, il via alla costruzione di un hotel di lusso. Nosocomio che nel 2001 ha prodotto un utile di due milioni di euro e calamita pazienti da diverse regioni. Un quarto proviene dal Trentino (25%), il 13 % dalla Lombardia, il 2% dall’Alto Adige, il 46% dal Veneto e il resto da altre zone. Insomma un ospedale efficiente, attivo e necessario destinato a scomparire se non interverranno clamorosi cambi di rotta. Intanto sull’intera vicenda interviene anche l’ex assessore regionale Roberto Buttura. L’esponente politico nel 1999 fu accusato dall’amministrazione comunale di Malcesine d’interessi di bottega. «Dispiace che nessuno e in particolare il sindaco abbia sentito il bisogno di scusarsi per l’ignobile e diffamatorio manifesto firmato ed affisso all’epoca per le vie del paese contro il sottoscritto e i suoi soci. Il tempo è sempre galantuomo ed ha provveduto a smascherare (ma con un minimo di oculatezza si sarebbe potuto avvertire subito) l’allegra compagnia di buontemponi che governa la Regione, ridicolizzando la sperimentazione gestionale che oggi sembra non trovare i padri che pure, nel marzo 1999 al momento dell’approvazione della delibera alla quale mi sono opposto frontalmente abbondavano a Venezia, Verona e Malcesine tra gli amministratori, i tecnici e le associazioni».

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