giovedì, Aprile 25, 2024
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L’ospedale di Montecroce festeggia un record di lieti eventi. Ben 120 neonati in un mese, molti i «forestieri»

E’ tornato il «baby boom»

Fioccano le nascite al reparto di Ostetricia dell’ospedale di Desenzano. In un mese, fuori dalle stanze di degenza, sono stati appesi ben 120 fiocchi rosa e azzurri: quattro nascite al giorno, il 20% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E’ una gioia per il cuore, un vero record per le statistiche. Va detto però che questi neonati non sono tutti desenzanesi, anzi: all’ospedale di Montecroce vengono a partorire mamme di tutta la provincia, e anche da fuori. Pure questa è una notizia incoraggiante sulla qualità del servizio sanitario. Quattro nascite al giorno, che sanno quasi di miracolo. Perché, nel recente passato, i parti nella divisione di Maternità dell’ospedale gardesano avvenivano con il contagocce. Adesso, invece, un po’ per il prestigio del nuovo primario Silvano Zaglio (proveniente dalla storica divisione di Ostetricia del Civile di Brescia, diretto dal professor Attilio Gastaldi), un po’ per una migliore organizzazione del reparto, le mamme preferiscono venire a dare alla luce i loro figli al Montecroce, come del resto avveniva nell’epoca d’oro del professor Carlo Pezzoli, mai dimenticato, e della sua prestigiosa équipe. «Noto con piacere che le donne stanno ridando fiducia al nostro reparto, tanto da dover registrare in un mese ben 120 parti. Un trend che è in continua crescita, il cui dato è significativo: il 20% in più rispetto allo scorso anno». Quanto ai parti con taglio cesareo, il professor Zaglio faceva notare che il 26% sul totale dei parti eseguiti sta a testimoniare «una determinata qualità ed una buona ostetricia». Infatti, la divisione del Montecroce è da tempo classificata come «Punto-nascita di 2° livello», ovvero dove si possono accogliere neonati già dalla 32esima settimana. Ma non è finita, perché anche i parti indolore (con analgesia epidurale) hanno toccato percentuali di tutto rispetto: quasi il 25%. Da ricordare che questi interventi sono a pagamento, perché interessano diversi specialisti: dall’ostetrica al medico, all’anestesista. Buona anche la risposta da parte delle neomamme alla donazione del cordone ombelicale il cui sangue può essere messo a disposizione di pazienti ricoverati per gravi patologie. Ovviamente c’è un protocollo medico ben preciso da seguire. «Davanti a tanto lavoro nel nostro reparto e alla cronica carenza di personale mi piace segnalare – aggiunge il primario – che sono state assegnate tre nuove ostetriche: e questo ci permetterà di respirare perché le nuove figure professionali eliminano una carenza non di poco. Insomma, le nostre richieste sulla base di un programma di lavoro ha fatto sì che la direzione generale decidesse con rapidità l’assegnazione delle ostetriche». Ma le ragioni di tanto successo sono da ricercare anche in un programma di valorizzazione continuo del personale. «Abbiamo creato un team nel quale stiamo esaltando le rispettive professionalità – può aggiungere soddisfatto Zaglio -: è una sorta di gioco di squadra che si traduce in qualità di risposte alle esigenze delle pazienti». Da notare, infine, che come un po’ in altre realtà ospedaliere della nostra provincia, non sono pochi i problemi che devono essere affrontati dal personale di un reparto di Ostetricia quando si presentano donne di religione diversa da quella cristiana. «Occorre grande tatto e comprensione verso di queste pazienti», conclude il primario.

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