giovedì, Settembre 28, 2023
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Insozzano la toilette, costretti a ripulirla

Offese, insul­tate fino alle lacrime e spin­to­nate, solo per aver fat­to notare che il bag­no all’in­ter­no del negozio non era pub­bli­co, ma ris­er­va­to esclu­si­va­mente al per­son­ale. L’in­cred­i­bile episo­dio è accadu­to poco dopo le 17 di mart­edì, all’in­ter­no di “Griffe”, in via Maf­fei, e ha avu­to come pro­tag­o­nisti due gio­vani commesse e un nucleo famigliare di cit­ta­di­ni palesti­ne­si. Alla fine, per evitare che la situ­azione degen­erasse, le ragazze han­no chiam­a­to la Polizia.Sembrava una tran­quil­la gior­na­ta di lavoro, ma Manuela e Simone (anco­ra molto scosse, han­no chiesto che non fos­sero pub­bli­cati i loro cog­no­mi) dif­fi­cil­mente dimen­ticher­an­no quei momen­ti. Indaf­farate con altri cli­en­ti, le ragazze non si sono accorte che alcune per­sone sta­vano uti­liz­zan­do il pic­co­lo bag­no di servizio. «Mi sono avvi­c­i­na­ta per entrare — rac­con­ta “Manu”, anco­ra fras­tor­na­ta, poco dopo l’episo­dio — ma, qua­si a guardia del­la por­ta, c’era un uomo che in modo assai brus­co mi ha det­to “È occu­pa­to”. Un po’ per­p­lessa, mi sono allon­tana­ta e, nel­l’at­te­sa che il cliente uscisse, ho nota­to che con l’uo­mo fuori dal bag­no c’era altra gente». Un grup­po che, come è sta­to appu­ra­to dopo, era for­ma­to com­p­lessi­va­mente da due uomi­ni di orig­ine medio ori­en­tale, due donne, una delle quali anziana, cop­erte con le clas­siche vesti del­la tradizione islam­i­ca e tre bam­bi­ni. Quan­do la toi­lette s’è lib­er­a­ta, Manu ha fat­to gen­til­mente notare che quei servizi non era­no pub­bli­ci. Ed è scop­pi­a­to il fin­i­mon­do. I due maschi sono andati su tutte le furie, si sono avven­tati sulle due alli­b­ite ragazze rico­pren­dole d’in­sul­ti. «Paro­lac­ce d’og­ni genere — rac­con­ta “Simo” — e apprez­za­men­ti vol­garis­si­mi sia sulle donne ital­iane, come noi sem­pre mezze nude e capaci solo di fare cose che non pos­so ripetere, sia sug­li ital­iani in gen­erale, a det­ta loro un popo­lo di debosciati che si fa man­tenere dagli stranieri». Tra urla e schia­mazzi — anche le palesti­ne­si iniziano a sbraitare in arabo — la ris­sa ver­bale va avan­ti per oltre mez­z’o­ra e, ad un cer­to pun­to, gli uomi­ni spin­to­nano le ragazze, arrivan­do ad affer­rar­le per i pol­si. Manuela e Simone sono ormai in lacrime e, intan­to, fuori dal negozio, si è for­ma­ta una pic­co­la fol­la di curiosi. Purtrop­po, però, nes­suno degli spet­ta­tori ritiene oppor­tuno inter­venire per difend­ere le ragazze e tan­to meno per chia­mare le . Ad un cer­to pun­to, Manu apre la por­ta del bag­no e le si pre­sen­ta uno spet­ta­co­lo ter­ri­bile: il pic­co­lo locale è com­ple­ta­mente imbrat­ta­to di escre­men­ti. Inservi­bile. È davvero trop­po e la pau­ra del­la ragaz­za diven­ta rab­bia: Manuela rompe gli indu­gi e chia­ma il 113. Gli agen­ti di una volante del Com­mis­sari­a­to di Riva sono sul pos­to in pochi minu­ti, s’in­for­mano sulle cause del diver­bio, ascoltano le varie ver­sioni, iden­ti­f­i­cano tut­ti i pro­tag­o­nisti (si sco­pre che uno dei due uomi­ni è lau­re­ato a Bologna e risiede con la famiglia a Reg­gio Emil­ia) e, su invi­to delle due gio­vani, dan­no un’oc­chi­a­ta al bag­no. Dis­gus­ta­ti, i poliziot­ti richia­mano la bel­li­cosa comi­ti­va e costringono i com­po­nen­ti a rip­ulire il sudi­ci­ume las­ci­a­to poco pri­ma. Gli ani­mi si pla­cano, ma i palesti­ne­si han­no in ser­bo un altro colpo di sce­na: «Final­mente, si può com­per­are qual­cosa» affer­ma uno degli uomi­ni e, come se nul­la fos­se, rien­tra nel negozio e acquista dei capi d’ab­biglia­men­to. Ieri, Manu e Simo han­no pas­sato parte del­la mat­ti­na­ta al Com­mis­sari­a­to di via Brione per sporg­ere for­male denun­cia per ingiurie e minac­ce con­tro gli “indi­men­ti­ca­bili” cli­en­ti.

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