domenica, Febbraio 9, 2025
HomeAttualità«Ecosistema-lago le istituzioni siano unite»
Un convegno ha affrontato i molteplici problemi del bacino. I numerosi moniti di Legambiente.
Per la depurazione delle acque reflue in vista un nuovo impianto nell’entroterra di Lonato.
Livello delle acque è in calo. La colpa non è solo dell’agricol

«Ecosistema-lago le istituzioni siano unite»

«Sui laghi è necessario intraprendere un percorso più complesso rispetto al mare a causa della conformazione dei loro bacini che presentano un più lento ricambio delle acque e i cui ecosistemi appaiono maggiormente sensibili all’impatto antropico».Stefano Cianfani, responsabile scientifico di Legambiente intervenendo ieri mattina a Sirmione nell’ambito delle iniziative di Goletta Verde che si trova in questi giorni sul lago di Garda, ha lanciato un appello alle istituzioni locali perché (ri)trovino unitarietà e coscienza nell’affrontare i problemi che affliggono il più grande lago italiano, anche se il suo stato di salute non è grave. E allora, per esempio, sarebbe urgente che «per le problematiche legate ai sistemi di depurazione delle acque reflue si trovasse un maggiore coordinamento interregionale per adeguare i sistemi di collettamento alla crescita del turismo sul Garda, ma anche agli effetti del cambiamento climatico che è all’origine dei fenomeni piovosi sempre più intensi e ravvicinati in estate».UNA PRIMA risposta a quest’ultimo interrogativo è giunta dall’intervento di Erica Fumaneri di Garda Uno, l’azienda che tratta la depurazione delle acque gardesane, che ha illustrato gli interventi di potenziamento del depuratore di Peschiera e la realizzazione di un nuovo impianto che dovrebbe essere localizzato nell’entroterra di Lonato. Ma non basta, hanno avvertito i relatori riuniti ieri a Sirmione.Occorre, infatti, effettuare ogni anno campagne di monitoraggio senza mai abbassare la guardia, come ha sottolineato Mariano Bresciani, del Cnr di Sirmione, il quale ha denunciato «la progressiva scomparsa della metà delle macrofite, elemento essenziale per la sopravvivenza della fauna ittica, lungo la penisola di Sirmione», un dato emerso inequivocabilmente con le immagini del telerilevamento satellitare diffuse nel corso dell’incontro di ieri.Le cause? «Potrebbero essere state le eliche dei natanti», ha risposto il ricercatore che ha poi aggiunto «i pericoli derivanti dalla profonde trasformazioni del pianeta che stanno interessando purtroppo anche il bacino gardesano, come i livelli sempre più bassi: dunque, non si possono addossare le colpe esclusivamente all’agricoltura mantovana per questa situazione».IL CONVEGNO sirmionese ha visto anche l’intervento di Luca Fila, del Centro Rilevamento Ambientale, sul progetto Sagami che ha coinvolto scuole ed organismi scientifici in una campagna di monitoraggio delle acque e di Lorenzo Albi,Legambiente Verona, che ha invece commentato «l’eccessiva edificazione che, tra il 1961 e il 1981, ha registrato un aumento del 400% e le perdite in acqua del collettore sublacuale».

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