domenica, Settembre 24, 2023
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Flora unica al mondo, un tesoro da tutelare

Tor­na­to pres­i­dente del­la Comu­nità mon­tana del , Cipri­ano Castel­lani, fun­zionario ban­car­io del­l’U­ni­cred­it a Verona, ha ripetu­ta­mente espres­so i suoi proposi­ti eco­logi­ci a tutela del mas­s­ic­cio. In par­ti­co­lare ha assi­cu­ra­to inter­ven­ti con­creti su alcu­ni aspet­ti del­la tutela del ter­ri­to­rio. «Può suc­cedere che il lat­te del­la mon­tagna», dice Castel­lani, «ven­ga e mesco­la­to con quel­lo di pia­nu­ra nei vari caseifi­ci dove viene con­fer­i­to e poi trasfor­ma­to in un inver­i­tiero “for­mag­gio del Bal­do”; l’al­i­men­tazione dei bovi­ni agli alpeg­gi è spes­so inte­gra­ta con mangi­mi indus­tri­ali oltre i lim­i­ti con­sen­ti­ti, sì che le muc­che non si prodigano più di tan­to a bru­care le erbe dei pas­coli mon­tani, per­ché san­no — mica stu­pide — che, alle 17, arri­va il mangime; il letame spar­so in autun­no sui prati da sfal­cio e da pas­co­lo spes­so deri­va da all­e­va­men­ti ali­men­tati con for­ag­gi prove­ni­en­ti dal­la pia­nu­ra con la con­seguen­za che ven­gono immesse negli erbai specie veg­e­tali non autoc­tone; l’u­so incau­to di antibi­oti­ci, med­i­c­i­nali e semo­lati altera la flo­ra», con­tin­ua Castel­lani, e ha ragione: «A Pra­da i nar­cisi si sono ridot­ti di più del­la metà e non si trovano più nei prati iper­conci­mati». Castel­lani ha esam­i­na­to anche la pro­pos­ta dei volon­tari del Giros (grup­po ital­iano orchidee spon­ta­nee scaligero) per map­pare le varie stazioni delle rare e preziose orchideee spon­ta­nee per vin­co­larne l’areale, assi­cu­ran­done la pro­tezione da inter­ven­ti dis­trut­tivi e per val­oriz­zarne la pre­sen­za. La stes­sa tutela ha sem­pre promes­so Castel­lani per la flo­ra del Bal­do, specie il Cal­liante­mo di Kern­er, iden­ti­fi­ca­to dal botan­i­co Fran­co Pross­er del Civi­co di Rovere­to quale pre­sen­za uni­ca ed esclu­si­va nel Bal­do Veronese-Trenti­no, con gli stes­si ril­e­va­men­ti GPS su quad­ran­ti topografi­ci che il Giros sta già real­iz­zan­do in tut­ta la provin­cia (prati­ca­mente si map­pano tutte le stazioni flo­re­ali). «La rara endem­i­ca flo­ra baldense», dice il pres­i­dente del­la Comu­nità mon­tana, «è un pat­ri­momio da tute­lare e far conoscere in ogni modo, anche per farne una nuo­va attrazione tur­is­ti­co-cul­tur­ale all’e­poca delle fior­i­t­ure sta­gion­ali». Castel­lani vor­rebbe anche iden­ti­fi­care, inven­tari­are e piantu­mare in un eco-museo i gran­di alberi stori­ci (il pla­tano del­l’omon­i­ma local­ità di Capri­no è il più famoso, ma non c’è solo quel­lo) e tutte le specie frut­ti­cole del Bal­do in via di totale scom­parsa (come i pèr botèr, le pere butirre, eccezion­ali) e incre­mentare la dif­fu­sione dei Myoso­tis, il non­tis­cor­dard­imé, sui pas­coli al pos­to del pre­dom­i­nante pis­sacàn, il taras­saco.

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