Tornato presidente della Comunità montana del baldo, Cipriano Castellani, funzionario bancario dell’Unicredit a Verona, ha ripetutamente espresso i suoi propositi ecologici a tutela del massiccio. In particolare ha assicurato interventi concreti su alcuni aspetti della tutela del territorio. «Può succedere che il latte della montagna», dice Castellani, «venga e mescolato con quello di pianura nei vari caseifici dove viene conferito e poi trasformato in un inveritiero “formaggio del Baldo”; l’alimentazione dei bovini agli alpeggi è spesso integrata con mangimi industriali oltre i limiti consentiti, sì che le mucche non si prodigano più di tanto a brucare le erbe dei pascoli montani, perché sanno — mica stupide — che, alle 17, arriva il mangime; il letame sparso in autunno sui prati da sfalcio e da pascolo spesso deriva da allevamenti alimentati con foraggi provenienti dalla pianura con la conseguenza che vengono immesse negli erbai specie vegetali non autoctone; l’uso incauto di antibiotici, medicinali e semolati altera la flora», continua Castellani, e ha ragione: «A Prada i narcisi si sono ridotti di più della metà e non si trovano più nei prati iperconcimati». Castellani ha esaminato anche la proposta dei volontari del Giros (gruppo italiano orchidee spontanee scaligero) per mappare le varie stazioni delle rare e preziose orchideee spontanee per vincolarne l’areale, assicurandone la protezione da interventi distruttivi e per valorizzarne la presenza. La stessa tutela ha sempre promesso Castellani per la flora del Baldo, specie il Calliantemo di Kerner, identificato dal botanico Franco Prosser del museo Civico di Rovereto quale presenza unica ed esclusiva nel Baldo Veronese-Trentino, con gli stessi rilevamenti GPS su quadranti topografici che il Giros sta già realizzando in tutta la provincia (praticamente si mappano tutte le stazioni floreali). «La rara endemica flora baldense», dice il presidente della Comunità montana, «è un patrimomio da tutelare e far conoscere in ogni modo, anche per farne una nuova attrazione turistico-culturale all’epoca delle fioriture stagionali». Castellani vorrebbe anche identificare, inventariare e piantumare in un eco-museo i grandi alberi storici (il platano dell’omonima località di Caprino è il più famoso, ma non c’è solo quello) e tutte le specie frutticole del Baldo in via di totale scomparsa (come i pèr botèr, le pere butirre, eccezionali) e incrementare la diffusione dei Myosotis, il nontiscordardimé, sui pascoli al posto del predominante pissacàn, il tarassaco.