Gienne Settembre 2016

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    gienne-settembre-2016Via alle polemiche, naturalmente. Perché quest’anno, come avevo potuto riferire leggendo previsioni turistiche qua e là, il lago di Garda ha vissuto, e lo sta vivendo ancora, un vero e proprio boom di presenze turistiche. Ma la stagione era stata “aperta” con la competizione “sulla sponda bresciana 6 milioni di presenze, circa la metà di quella veneta!”
    Mentre sto scrivendo queste note la presenza turistica sulla sponda bresciana sta arrivando a toccare quota 7 milioni e non è detto che anche su quella veneta le cifre vadano rivedute in aumento. La parte trentina tace, per loro credo la competizione non esista. Io ritengo che le cifre da vedere siano quelle che si attestano sugli oltre venti milioni di presenze annue sul lago di Garda lasciando perdere i confini di quella che invece potrebbe essere un’unica regione, quella del Garda. Poi se su una sponda vi è maggior affluenza, caso mai bisognerebbe analizzarne i motivi. Lungi da me criticare o consigliare, non essendo io un imprenditore o addetto ai lavori del settore turistico. Ma visto che da diversi decenni seguo, giornalisticamente, la vita gardesana, posso almeno permettermi di fare alcuni confronti.
    Sulla sponda veneta le prime auto con targa estera si vedono già da marzo e proseguono fino a fine ottobre, inizio novembre; sulla sponda bresciana alcuni esercizi quest’anno non hanno nemmeno aperto a Pasqua, ma solamente verso la fine di giugno, causa meteo sfavorevole. Un caffè lombardo costa 2 euro e anche di più, quello veneto un euro (parlo di locali rivieraschi; non parliamo di coppe gelato, bevande e prezzi del soggiorno, basta confrontare un po’ i cataloghi per capire).
    Da anni, non dico secoli ma quasi, si continua a predicare che “bisogna allungare la stagione per cercare di ridurre i costi e incrementare i guadagni, sicuramente la sponda lombarda, tranne alcuni casi, in questo non eccelle.
    Poi però arriviamo a ottobre quando le acque si sono calmate per iniziare il tormentone “si, ma… però… e le code… e le gallerie… e le rotonde… quando c’erano i semafori…”.
    Come se la differenza fra le presenze venete e quelle lombarde fossero da addebitare alla difficoltà di parcheggio o di traffico viario. Sta di fatto che da noi, sulla sponda bresciana, quelle che una volta erano tra le principali attrazioni, con tutti i loro svantaggi, sono le gallerie.
    Ma dal casello autostradale di Desenzano fino verso Cunettone di gallerie, mi pare, non ce ne siano; le code però sì, spesso e volentieri.
    Alla prossima puntata!

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