Settembre 2015

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    Gienne_Settembre_2015Non occorreva essere dei profeti per prevedere un periodo di assoluto silenzio da parte degli abitudinari delle lamentele. Sul Garda tutti tacciono, tutti lavorano, tutti ringraziano il Padre eterno per l’andamento meteorologico di questa stagione turistica, che sicuramente andrà iscritta negli anni d’oro dell’industria del forestiero sul lago di Garda.

    Dicevo, anzi scrivevo, in uno dei miei precedenti editoriali, che per nove mesi all’anno gli imprenditori del turismo gardesano lamentano la crisi economica in atto, non solo sul Garda ma praticamente in gran parte dei paesi europei, salvo poi consolarsi a fine stagione per il buon settembre, pronto a salvare la stagione turistica.

    Quest’anno non è così, certo, vedremo che poi alla fine qualcuno si lamenterà lo stesso, ma l’impressione che raccolgo girando le rive gardesane è che quest’anno sia una vera eccezione.

    Forse qualcuno che potrebbe avere qualcosa da dire, in realtà, lo fa da molti anni ed è proprio il turista che, per svariati motivi, sceglie di effettuare le proprie vacanze dopo Ferragosto, nei mesi di settembre e ottobre: la grande chiusura delle strutture turistiche potrebbe generare perplessità. Questo, per la verità, succede più nella parte bresciana del lago di Garda, perché sulla sponda veronese e trentina la stagione si protrae anche fino a fine ottobre e oltre, con buona presenza di vacanzieri anche nei campeggi.

    Con tutta l’esperienza accumulata in anni di giornalismo gardesano, mi chiedo ormai da tempo come mai, sulla riviera bresciana, se da un lato si auspica il prolungamento della stagione turistica dall’altro si utilizzino le strutture ricettive solo nei periodi di maggiore affluenza turistica (tre o quattro mesi al massimo)…

    Ci sarà mai un’inversione di tendenza invece delle rituali lamentele?

    Gienne_Settembre_2015_Web

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