Mi sembra quasi di trovarmi in una situazione politica in cui tutti i giorni c’è una novità o, meglio, un cambio di programma. Fino a ieri qui sul lago di Garda ci si lamentava per motivi seri o banali, oggi, momento in cui scrivo queste righe, è arrivato il problema dei sempre più calanti livelli delle acque gardesane, misurati sopra lo zero idrometrico di Peschiera del Garda, che corrisponde a circa 64 metri sul livello del mare.
A fine luglio il livello è di 79 cm sopra lo zero; lo scorso anno era di 129 cm.
Calano i livelli e aumentano le richieste. Mi spiego meglio: quando il Garda tocca i limiti di rischi esondazione, nessuno vuole ricevere le “nostre” acque. Ora tutti le vogliono, addirittura quest’estate c’è da alimentare il fiume Po. Poi occorre alimentare i laghetti di Mantova e dare acqua al Mincio. E alla città di Brescia non vuoi dare acqua? Poi se Brescia verrà dissetata, toccherà magari a Verona e avanti così. Nel frattempo però si susseguono le ordinanze emesse dalle singole amministrazioni lacustri per una limitazione dell’uso dell’acqua potabile erogata dal pubblico servizio. Allora, scusate, dobbiamo, noi gardesani, cedere acqua a tutti e noi non possiamo (ufficialmente!) dare da bere ai nostri orti e giardini?!
E non c’è da dubitare che fra poco, visto che le riserve idriche (i bacini artificiali non si toccano perché servono per alimentare le centrali idroelettriche), arriverà l’allarme vero e proprio dei bassi fondali con la difficoltà di approdo, scogli emergenti, scarichi “abusivi” alla luce del giorno, che prima erano ben nascosti dalle acque alte. E, lì, tutti a lamentarsi ancora una volta per il caldo torrido e la brutta immagine che il Garda fa di fronte all’amato e desiderato turista.
Per inciso, lo scorso anno ci si lamentava per le numerose piogge, mi pare!
Ebbene, accontentare tutti riesce sempre più difficile, anche se non è mai stato facile.
Manca un mese, ormai, a settembre e, con la fine della stagione estiva (sempre troppo corta!) ci ritroveremo come sempre, dopo svariate lamentele, a pronunciare quella frase che mette d’accordo tutti quanti: “Tutto sommato, non è stata una cattiva stagione!”.
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