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Affidato a una società di consulenza americana lo studio sul futuro degli scali «D’Annunzio» e Malpensa La Regione incarica la Mitre Corporation di preparare un piano di sviluppo

Gli Usa ridisegnano l’aeroporto

Sarà la Mitre Corporation – la società della Virginia consulente dell’aviazione civile statunitense – a dire l’ultima parola sulle possibili alternative di sviluppo dell’aeroporto di Montichiari e sulla terza pista di Malpensa. Lo ha deciso la giunta regionale che poche settimane fa ha approvato uno schema di convenzione con la Sea, la società di gestione degli aeroporti milanesi di Malpensa e Linate con partecipazione azionaria in Sacbo, gestore dell’aeroporto di Bergamo-Orio al Serio: dietro compenso di 500mila euro, la Sea fornirà al Pirellone i risultati, sui quali dovrà essere garantita piena riservatezza, di uno studio di fattibilità per gli aeroporti di Montichiari e Malpensa, commissionato alla Mitre Corporation il 5 agosto 2003. Una delibera che conferma la fiducia della Lombardia nello sviluppo del «Gabriele D’Annunzio» di Montichiari, destinato a diventare nei prossimi anni scalo di rilievo nel sistema lombardo. D’altra parte che il territorio tra Montichiari e Castenedolo sia al centro di grandi manovre lo conferma il dibattito sull’alta capacità ferroviaria. Il tracciato colloca la stazione bresciana all’altezza della Fascia d’Oro, a poca distanza dall’aeroporto così da favorire l’afflusso allo scalo che già gode di un buon collegamento stradale. Ma c’è di più: tra le ipotesi, futuristiche ma comunque non impossibili, non è da escludere uno spostamento dell’aerostazione in direzione della Fascia d’Oro, a ridosso della stazione ferroviaria in modo da integrare ancor meglio le due infrastrutture. Se si aggiunge a questo sommovimento, anche il progetto dello stadio del Brescia calcio, si può immaginare quanto sia destinata ad un radicale cambiamento quest’area e più in generale la parte orientale della nostra provincia. Tornando all’incarico affidato alla società americana, sarà un progetto superpartes come la Mitre a decidere il futuro di Montichiari. Negli anni questa organizzazione no-profit, già consulente della Faa (Federal Aviation Administration: l’ente federale preposto al governo del traffico aereo civile), ha sviluppato tecnologie e metodologie per testare gli scenari di sviluppo degli scali aeroportuali. In particolare, la Mitre ha costruito un’apposita tecnologia per testare gli scenari di sviluppo degli scali aeroportuali e, in particolare, ha costruito un’apposita metodologia computerizzata denominata «Out the window» per la valutazione dei progetti di ristrutturazione e ampliamento degli aeroporti in relazione alle stime di evoluzione del traffico aereo e alle loro ricadute. Entrando nello specifico, la Mitre passerà al setaccio gli aspetti relativi al traffico aereo bresciano (congestione delle piste, gestione dei ritardi) sia le sue ricadute ambientali in termini di rumore. Lo studio dovrebbe durare due anni: oltre a Montichiari, esaminerà le possibili configurazioni per l’ottimizzazione dello scalo di Malpensa. La decisione della Regione non suona come una novità, ma come un correre ai ripari. Nella ricerca intitolata «Analisi del sistema aeroportuale e delle potenzialità dello scalo di Brescia M ontichiari nel contesto del mercato del nord Italia» affidata il 31 maggio 2002 all’Irer (Istituto di ricerca regionale) era indicata la necessità di approfondire e verificare le scelte relative allo sviluppo delle infrastrutture dello scalo bresciano, in funzione degli scenari di crescita ipotizzati. Non volendo scavalcare il giudizio dell’Irer, il Pirellone si è messo nelle mani della Mitre. Lo scopo dell’indagine sarà quello di verificare le reali potenziali capacità di sviluppo degli aeroporti della Lombardia, con particolare attenzione appunto di Montichiari e Malpensa. I dati forniti permetteranno alla giunta di Formigoni di indirizzare le future scelte amministrative. Nel caso di Montichiari il giudizio della Mitre permetterà di valutare compiutamente le ricadute tecniche, trasportistiche, ambientali e territoriali delle alternative di sviluppo dell’aeroporto, soprattutto in relazione ai diversi scenari di traffico ipotizzati nel medio-lungo periodo. Nel caso di Malpensa, la stessa Sea ha interesse a valutare l’impatto che un eventuale sviluppo di Malpensa potrebbe avere sul territorio circostante. La Regione, dal canto suo, ha la necessità di individuare, con idonei supporti tecnici, le eventuali possibilità di indirizzo su cui indirizzare e concentrare, compatibilmente con i vincoli territoriali, i progetti di potenziamento e le relative scelte in materia di infrastrutture per l’accessibilità e i servizi di collegamento. Ora il testimone passa agli americani: a loro il compito di delinerare le base per la definitiva affermazione dello scalo bresciano.

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