lunedì, Dicembre 4, 2023
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Guardia medica, necessariauna sede in più e a Garda

«Per coprire il medio lago con il servizio di guardia med­ica si deve isti­tuire una nuo­va sede a Gar­da». Pun­to. È quan­to emer­so dal coor­di­na­men­to dei sin­daci, che si sono incon­trati con i rap­p­re­sen­tan­ti dei medici di base e di con­ti­nu­ità assis­ten­ziale. Dietrofront quin­di rispet­to all’idea di accor­pare le sedi di Castel­n­uo­vo e Mal­ce­sine in un’u­ni­ca cen­trale, come era sta­to pro­pos­to in un pri­mo momen­to, in segui­to alle riu­nioni svolte­si con i diri­gen­ti san­i­tari del­l’Ulss 22. Si tor­na dunque alla pro­pos­ta orig­i­nar­ia, poiché l’ac­cor­pa­men­to non piace nè ai cam­i­ci bianchi né ai sin­daci. In una pri­ma rif­les­sione i sin­daci pen­sa­vano si potesse trovare una soluzione al prob­le­ma del­la lon­tanan­za delle sedi per chi abi­ta nel medio lago con il rag­grup­pa­men­to di due guardie, l’idea segui­va il no emes­so dal diret­tore gen­erale del­l’Ulss 22, Rena­to Pic­coli, in mer­i­to all’aper­tu­ra di una nuo­va guardia medica.Ora i sin­daci han­no rifor­mu­la­to il prog­et­to: si sono con­vin­ti che la riv­o­luzione delle guardie mediche degli otto ambiti ter­ri­to­ri­ali del­l’in­tera Ulss 22, che ave­va pro­pos­to Pic­coli nell’ incon­tro con sin­daci e Con­f­com­mer­cio, non sia la stra­da giusta.«Se è una ques­tione eco­nom­i­ca, allo­ra bisogna fare i con­ti anche di quan­to si spende per i ricor­si impro­pri ai pron­to soc­cor­so», han­no sot­to­lin­eato i pri­mi cit­ta­di­ni. Nel­l’in­con­tro di Tor­ri, i rap­p­re­sen­tan­ti isti­tuzion­ali di Castel­n­uo­vo, , Gar­da, Tor­ri, Bren­zone e Mal­ce­sine han­no ascolta­to le con­sid­er­azioni dei rap­p­re­sen­tan­ti dei medici. Alla fine tut­ti d’ac­cor­do: atti­vare una nuo­va sede di guardia med­ica cen­trale. E l’idea defin­i­ti­va del luo­go con­verge ormai su Gar­da. Per questo si bat­ter­an­no i sin­daci, sopratut­to dopo aver accolto le pro­poste dei rap­p­re­sen­tan­ti dei medici, i quali han­no espres­so la loro con­tra­ri­età ad un’ipote­si di riv­o­luzione geografi­ca delle sedi.Antonio Milanese, il coor­di­na­tore delle quat­tro sedi di guardia med­ica del dis­tret­to 1, (il più grande dei tre dis­tret­ti del­l’Ulss 22 che serve 110 mila abi­tan­ti in 14 pae­si), non usa mezze parole: «Rite­ni­amo che non sia asso­lu­ta­mente adegua­to per la tipolo­gia del servizio, accor­pare le sedi di Mal­ce­sine e Castel­n­uo­vo, per il sem­plice moti­vo che si ren­dereb­bero scop­erte queste zone. Invece per coprire l’area del medio lago bisogna atti­vare una sede aggiun­ti­va, per ren­dere il servizio più adegua­to alle richi­este, che con la dovu­ta infor­mazione ridur­rebbe cer­ta­mente l’ac­ces­so impro­prio ai pron­to soccorso».Ivo Pier­obon, rap­p­re­sen­tante dei medici di base del­l’Ulss 22, aggiunge: «C’è il prob­le­ma di far sì che i pazi­en­ti si riv­ol­gano ai pro­pri medici curan­ti invece che ai pron­to soc­cor­so». Il dot­tore così por­ta un esem­pio fres­co fres­co: «Pro­prio qualche giorno fa un mio paziente è venu­to in ambu­la­to­rio alle 11, (l’o­rario del mio stu­dio è dalle 8,30 alle 12), che era appe­na sta­to al pron­to soc­cor­so per un mal di schiena. Gli ho chiesto per­ché non fos­se venu­to diret­ta­mente da me e mi ha rispos­to: “all’ospedale mi han­no fat­to subito una las­tra alla schiena”. Così poi è venu­to anche da me per avere le ricette e i giorni di riposo. Questo esem­pio per spie­gare che la gente usa il sis­tema del­l’ac­ces­so al pron­to soc­cor­so per bypas­sare le liste d’at­te­sa. Ai sin­daci oggi ho det­to: volete risol­vere il prob­le­ma, cre­ate un nuo­vo pun­to di guardia med­ica, è l’u­ni­ca soluzione».Riprende il dot­tor Milanese: «Diver­sa­mente non si dan­no risposte, diven­ta un’alchimia di numeri. Sot­to­li­neo che la tipolo­gia del servizio di guardia med­ica è ter­ri­to­ri­ale, con vis­ite domi­cil­iari, ambu­la­to­ri­ali, cer­ti­fi­cazioni di malat­tia, assis­ten­za a malati onco­logi­ci, a pazi­en­ti anziani in case di riposo eccetera. In guardia med­ica ci sono spe­cial­isti e il 40 per cen­to dei medici proviene dal servizio di med­i­c­i­na di famiglia. Per fare il medico di con­ti­nu­ità assis­ten­ziale oggi, sec­on­do la nor­ma­ti­va euro­pea introdot­ta da 10 anni, bisogna fre­quentare dopo la lau­rea tre anni di scuo­la di med­i­c­i­na gen­erale, che è di fat­to come una specializzazione».«La scuo­la prevede la fre­quen­za in ambu­la­tori medici e repar­ti ospedalieri e una for­mazione teor­i­ca», con­clude Milanese.

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