Home Attualità Guardia medica, necessariauna sede in più e a Garda

Guardia medica, necessariauna sede in più e a Garda

«Per coprire il medio lago con il servizio di guardia medica si deve istituire una nuova sede a Garda». Punto. È quanto emerso dal coordinamento dei sindaci, che si sono incontrati con i rappresentanti dei medici di base e di continuità assistenziale. Dietrofront quindi rispetto all’idea di accorpare le sedi di Castelnuovo e Malcesine in un’unica centrale, come era stato proposto in un primo momento, in seguito alle riunioni svoltesi con i dirigenti sanitari dell’Ulss 22. Si torna dunque alla proposta originaria, poiché l’accorpamento non piace nè ai camici bianchi né ai sindaci. In una prima riflessione i sindaci pensavano si potesse trovare una soluzione al problema della lontananza delle sedi per chi abita nel medio lago con il raggruppamento di due guardie, l’idea seguiva il no emesso dal direttore generale dell’Ulss 22, Renato Piccoli, in merito all’apertura di una nuova guardia medica.Ora i sindaci hanno riformulato il progetto: si sono convinti che la rivoluzione delle guardie mediche degli otto ambiti territoriali dell’intera Ulss 22, che aveva proposto Piccoli nell’ incontro con sindaci e Confcommercio, non sia la strada giusta.«Se è una questione economica, allora bisogna fare i conti anche di quanto si spende per i ricorsi impropri ai pronto soccorso», hanno sottolineato i primi cittadini. Nell’incontro di Torri, i rappresentanti istituzionali di Castelnuovo, Bardolino, Garda, Torri, Brenzone e Malcesine hanno ascoltato le considerazioni dei rappresentanti dei medici. Alla fine tutti d’accordo: attivare una nuova sede di guardia medica centrale. E l’idea definitiva del luogo converge ormai su Garda. Per questo si batteranno i sindaci, sopratutto dopo aver accolto le proposte dei rappresentanti dei medici, i quali hanno espresso la loro contrarietà ad un’ipotesi di rivoluzione geografica delle sedi.Antonio Milanese, il coordinatore delle quattro sedi di guardia medica del distretto 1, (il più grande dei tre distretti dell’Ulss 22 che serve 110 mila abitanti in 14 paesi), non usa mezze parole: «Riteniamo che non sia assolutamente adeguato per la tipologia del servizio, accorpare le sedi di Malcesine e Castelnuovo, per il semplice motivo che si renderebbero scoperte queste zone. Invece per coprire l’area del medio lago bisogna attivare una sede aggiuntiva, per rendere il servizio più adeguato alle richieste, che con la dovuta informazione ridurrebbe certamente l’accesso improprio ai pronto soccorso».Ivo Pierobon, rappresentante dei medici di base dell’Ulss 22, aggiunge: «C’è il problema di far sì che i pazienti si rivolgano ai propri medici curanti invece che ai pronto soccorso». Il dottore così porta un esempio fresco fresco: «Proprio qualche giorno fa un mio paziente è venuto in ambulatorio alle 11, (l’orario del mio studio è dalle 8,30 alle 12), che era appena stato al pronto soccorso per un mal di schiena. Gli ho chiesto perché non fosse venuto direttamente da me e mi ha risposto: “all’ospedale mi hanno fatto subito una lastra alla schiena”. Così poi è venuto anche da me per avere le ricette e i giorni di riposo. Questo esempio per spiegare che la gente usa il sistema dell’accesso al pronto soccorso per bypassare le liste d’attesa. Ai sindaci oggi ho detto: volete risolvere il problema, create un nuovo punto di guardia medica, è l’unica soluzione».Riprende il dottor Milanese: «Diversamente non si danno risposte, diventa un’alchimia di numeri. Sottolineo che la tipologia del servizio di guardia medica è territoriale, con visite domiciliari, ambulatoriali, certificazioni di malattia, assistenza a malati oncologici, a pazienti anziani in case di riposo eccetera. In guardia medica ci sono specialisti e il 40 per cento dei medici proviene dal servizio di medicina di famiglia. Per fare il medico di continuità assistenziale oggi, secondo la normativa europea introdotta da 10 anni, bisogna frequentare dopo la laurea tre anni di scuola di medicina generale, che è di fatto come una specializzazione».«La scuola prevede la frequenza in ambulatori medici e reparti ospedalieri e una formazione teorica», conclude Milanese.

Nessun Tag Trovato

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Exit mobile version