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Varata una motovedetta e più agenti per un efficace controllo del lago

Guerra ai pescatori di frodo

Potenziata «la flotta» per la vigilanza sul lago di Garda in materia di pesca e caccia. È stata ufficialmente presentata ieri mattina la nuova motovedetta acquistata di recente dall’Amministrazione provinciale; sostituisce il vecchio motoscafo, alienato per 20 milioni tanto da abbassare a 107 milioni il costo del nuovo Rio 650 Fish. Ora i mezzi in dotazione al settore faunistico ambientale sono due motoscafi e un gommone. «Un acquisto indispensabile», ha messo in risalto l’assessore provinciale all’ecologia e all’ambiente Camillo Pilati «al fine di garantire una migliore e più efficace attività di controllo sul lago, soprattutto in considerazione che la pesca viene esercitata quasi totalmente con la barca sia da parte dei pescatori dilettanti, che naturalmente, dei pescatori professionisti». Questi ultimi, sulla sponda veronese del Garda, sono 60 e catturano mediamente ogni anno più di 300 tonnellate di pesce di elevato pregio come coregone-lavarello, agone, alborella, luccio, pesce persico, trota, tinca, anguilla e anche carpione. Di pari passo con l’ammodernamento dei mezzi anche il servizio di vigilanza è stato riorganizzato con l’intento appunto di garantire, ha precisato l’assessore Pilati, «un miglior controllo sulla pesca e sulla caccia, nonché una più incisiva presenza sul territorio degli agenti», servizio ora svolto da due guardie a tempo pieno, supportate, durante i periodi in cui è massima l’attività della pesca sia professionale che sportiva, o durante i periodi riproduttivi delle specie ittiche più importanti, da altri agenti della polizia provinciale. Quindi oltre alle due guardie fisse con patente nautica (Alberto Piazzi e Vittorio Daldosso), nei periodi di riproduzione del coregone e del carpione (metà dicembre-metà febbraio); del luccio (metà febbraio-metà marzo), del persico (metà aprile-metà maggio) e dell’alborella, sardella e carpione (metà maggio-fine agosto), saranno disponibili periodicamente per circa sette mesi all’anno, altre guardie fino a un massimo di quattro. Il battesimo del nuovo mezzo nautico è stata anche l’occasione per gli amministratori pubblici lacustri di fare una ricognizione all’incubatoio ittiogenico in località San Pietro in territorio comunale di Bardolino da anni in completo abbandono. «Fra un anno e mezzo, al massimo due», ha promesso l’assessore Pilati, «sarà completamente ristrutturato con costruzione ex novo dell’incubatoio e del laboratorio. I mezzi finanziari non mancano e quindi i lavori inizieranno appena disporremo dello studio di fattibilità». Acquistato di recente dall’Amministrazione provinciale per 770 milioni da Veneto Agricoltura, ente della Regione, il complesso situato in riva al lago vede affiancato alla palazzina, su un unico piano, un capannone con attrezzature in disuso ma recuperabili per la fecondazione artificiale e l’allevamento di avannotti e novellame delle specie caratteristiche del Garda. «Con la possibilità soprattutto», ha puntualizzato l’ittiologo della Provincia Ivano Confortini, «di rimettere in moto la sperimentazione e dare spazio a una funzione didattico-culturale con visite guidate all’incubatoio». All’incontro per la presentazione del nuovo mezzo nautico assieme ai rappresentanti delle amministrazioni pubbliche di Bardolino, Lazise e Peschiera, il sindaco di Garda Giorgio Comencini, il nuovo funzionario del settore faunistico-ambientale Gabriella Sterzi e l’assessore provinciale Davide Bandinelli che ha garantito la compartecipazione della Provincia nella Cooperativa fra pescatori di Garda.

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