venerdì, Ottobre 11, 2024
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Eccezionale incontro su un sentiero: protagonista un operaio forestale

«Ho alzato gli occhie ho visto l’orso»

«Ero su un sentierino, sento un gran fracasso nel folto del bosco, penso a un capriolo, un camoscio, poi appare lui: l’orso. Erano le 19,15 , stava per tramontare il sole, rientravo da un’escursione e non facevo rumore. L’animale era bellissimo, distante 20-30 metri, alto un metro, ha alzato la testa e mi ha visto, era di colore grigio scuro. Anch’io lo guardavo, il tutto è durato nemmeno un minuto, entrambi fermi, più che spaventato ero meravigliato. Lui si è poi girato ed è fuggito, al trotto, senza emettere rumori o grugniti. Ho atteso un po’, ero emozionato, poi ho ripreso a scendere».Questa la testimonianza raccolta a Malcesine, a casa dell’unico veronese che ha incontrato l’orso riapparso sul Baldo nella foresta Selva Pezzi. È l’operaio forestale Fabio Bordignon, 26 anni, dipendente di Veneto Agricoltura che è subentrata nella proprietà della Riserva Demaniale Integrale al Corpo Forestale dello Stato nel 1988. Bordignon è un appassionato escursionista e conosce bene la zona. Era salito al ricovero forestale El Signòr e aveva preso il sentiero delle Vacche per Tratto Spino, il n. 2 del Cai, deviando all’altezza del piccolo bacino di Pozza Pezzon. Di lì partono sentieri che che poi diventano piste, poi più nulla. Una vera wilderness, la natura selvaggia.«Mi è parso alto un metro», dice Bordignon, «non l’ho visto in lunghezza, l’avevo proprio di fronte. Il più spaventato era lui». Una commissione d’indagine si è fatta accompagnare dall’avvistatore sui luoghi dell’incontro . La componevano il comandante la stazione forestale di Brenzone, ispettore Fausto Zoller con una guardia e, dalla stazione del Corpo forestale provinciale trentino di Mori, l’agente Giorgio Menghini.La perlustrazione ha accertato la veridicità della testimonianza e pure quella di Davide Consolati, 61 anni, di Cassone che pochi giorni prima aveva sentito e visto da lontano il plantigrado. I forestali fanno parte della «Squadra orso» istituita dalla Provincia autonoma di Trento in un piano d’azione che prevede la sinergia fra Trentino, Veneto, Lombardia e Alto Adige.L’ispezione ha consentito di raccogliere campioni di fatte (escrementi) ancora fresche, che saranno analizzate geneticamente all’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica di Ozzano Emilia (Bologna) a spese del Veneto, da cui saranno determinati sesso ed età del plantigrado. Ma vaste raspate nel sottobosco, nidi di vespidi distrutti, ceppaie di alberi morti dilaniate da unghiate e bacche raccolte spezzando ramoscelli non lasciano incertezze. È un orso che cerca cibo.«Mi auguro sia lo stesso degli avvistamenti di fine giugno», dice da Trento il dottor Claudio Groff, funzionario dell’Ufficio faunistico della Provincia, «probabilmente dei 25 in libertà fa parte di quel nucleo presente fra Bondone e Stivo. Se è così, meglio che rimanga in una zona non antropizzata e non si mostri molto nel Baldo meridionale, resti schivo e diffidente. È degno di nota che non abbia mai aggredito animali. Se è un giovane erratico potrebbe pesare 70-80 chilogrammi. Le analisi accerteranno se invece sia una femmina adulta in cerca di nuovo territorio. Comunque una ricchezza ritrovata per il Baldo».Si attiverà anche la squadra della Polizia provinciale coordinata dalla dottoressa Katherine Cozza. Sul Baldo sono operativi gli agenti Anselmo Furlani, Dario Grazioli e Luciano Arduini.

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