venerdì, Dicembre 8, 2023
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I sommergibili targati Bs

Poco ma sicuro: non ce n’è mica tante a San Mar­ti­no di aziende che pro­ducono sot­tomari­ni. Anzi, ques­ta è pro­prio l’unica in Italia a pro­durre, sche­da tec­ni­ca alla mano, un «vei­co­lo sub­ac­queo autonomo a pres­sione ambiente».È un gioielli­no tec­no­logi­co che pro­prio in queste set­ti­mane viene lan­ci­a­to sul mer­ca­to dall’Aerotecnica Coltri, una dit­ta che è già da molti anni leader mon­di­ale nel cam­po dei com­pres­sori e delle attrez­za­ture per l’immersione sub­ac­quea: eroga­tori, bom­bole, pro­fondimetri e quant’altro.Il mer­ca­to dei mini-sot­tomari­ni è una sfi­da del tut­to nuo­va, in cui nes­suna azien­da ital­iana si era mai cimen­ta­ta pri­ma d’ora. E pro­prio il mer­ca­to darà i suoi verdet­ti. Ma intan­to il mini-sot­tomari­no, bisogna dir­lo, è uno spettacolo.SI CHIAMA «ULYSSE» e può portare tre per­sone: il pilota più due passeg­geri, che a bor­do res­pi­ra­no aria alla stes­sa pres­sione dell’ambiente ester­no, per­chè il vei­co­lo è costru­ito sul con­cet­to del­la cam­pana sub­ac­quea. L’ingresso e l’uscita si effet­tuano nuotan­do sot­to la coda: si pas­sa per una boto­la e ci si acco­mo­da all’interno. Nell’abitacolo l’aria non man­ca, essendo pre­vista una notev­ole ris­er­va, pari a 30mila litri di mis­cela res­pirabile (anche nitrox), l’equivalente di nove bom­bole. Non bas­tasse, restano tre autores­pi­ra­tori di emer­gen­za e un impianto elet­tri­co con 8 ore di autono­mia. Elet­tri­ci anche i motori, com­put­er­iz­za­ti l’assetto e la ges­tione delle ris­erve d’aria.DIECI OBLÒ offrono una visione com­ple­ta dell’ambiente som­mer­so. Ma a bor­do sono mon­tate anche tele­camere e, volen­do, si può per­son­al­iz­zare l’impianto video con com­put­er muni­ti di apposi­ti soft­ware. Il van­tag­gio, rispet­to alla nor­male immer­sione con le bom­bole, è anche questo: si sta all’asciutto, por­tan­do anche a pro­fon­dità con­sid­erevoli stru­men­tazioni di ogni tipo, sen­za bisog­no di scafandrarle.Un modo nuo­vo di andare sott’acqua, sen­za dover nec­es­sari­a­mente saper gestire le valv­ole di un gav o con­sultare una tabel­la di decom­pres­sione, e sen­za dover stare stare in ammol­lo tut­to il tempo.«Ma più che a un uso ricre­ati­vo — spie­ga l’ingegner Anto­nio Per­si­co, tra i coor­di­na­tori del prog­et­to insieme a Clau­dio Coltri e Giuseppe Lo Mona­co — pro­poni­amo l’“Ulysse” per scopi sci­en­tifi­ci: a isti­tu­ti di ricer­ca nel cam­po del­la biolo­gia mari­na, agli enti gestori dei parchi mari­ni. Un esem­plare è già in fun­zione in Sicil­ia nell’area mari­na pro­tet­ta delle Isole Ciclopi. Il prez­zo? Per un “mod­el­lo base” si va dai ven­tim­i­la euro più Iva in su».

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