domenica, Maggio 5, 2024
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Alle ore 10,30 presso il complesso monumentale di San Martino della Battaglia

4 novembre: verrà ricordato Giuseppe Garibaldi

La Società Solferino e San Martino, fondata nel 1870 per tramandare la memoria della vittoriosa seconda guerra d’indipendenza del 1859, che ha aperto la strada all’unità dell’Italia, in occasione della giornata delle Forze Armate e dell’Unità nazionale e nel bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi ha inteso ricordare l’evento con una orazione ufficiale che il Presidente dell’Ente Dr. Fausto Fondrieschi ha affidato all’avv. Aleardo Fario che si terrà appunto il 4 novembre a San Martino della Battaglia dalle ore 10,30. Il periodo che verrà ricordato è quello che decorre dal 15 aprile 1848 data in cui Giuseppe Garibaldi salpa da Montevideo con 63 legionari ed arriva a Nizza. Verrà quindi ricordata la sua partecipazione alle guerre di indipendenza del 1848 del 1859 e 1866. Ricordando i fatti d’armi più importanti. Particolare rilievo sarà la narrazione della spedizione dei mille del 1860 e precedentemente l’adesione di Garibaldi nel 1849 alla Repubblica Romana e quindi alla fine della stessa la tragica morte della moglie Anita e il “trafugamento” di Garibaldi attraverso Romagna e Toscana. Verrà rievocato il periodo in cui Garibaldi rimase in esilio ed il suo ritorno in Italia. Nel ricordo dell’eroe, l’avv. Fario, Presidente dell’Istituto di Storia del Risorgimento di Mantova, illustrerà i fatti di Aspromonte nei quali Garibaldi fu gravemente ferito ed infine la battaglia di Mentana che rappresenta l’ultimo episodio di guerra combattuta da Giuseppe Garibaldi in Italia. Si illustrerà la figura di Garibaldi come generale, come uomo politico e come creatore del mito che assolutamente assunse in Italia, in Europa e soprattutto in Inghilterra di cui si ricorderà il viaggio che egli svolse nel 1864 ricevendo accoglienza entusiastica. Si illustrerà inoltre come Giuseppe Garibaldi abbia creato il suo mito nonostante la incapacità dello stesso a gestire politicamente la propria fama e dei dissidi che ebbe in parlamento con Cavour soprattutto in ordine al problema dei Garibaldini dopo la spedizione del Mille. Verrà ricordato Garibaldi anche per i servizi resi alla Francia contro i Prussiani nel 1870 (campagna dei Vosgi). Sono sempre ragioni di umanità che lo muovono, non soldato di mestiere, a fare guerre che mirano alla difesa degli oppressi a qualunque nazione appartengano, per liberarli da qualsiasi forma di tirannia materiale e spirituale. Garibaldi però non fu internazionalista né un socialista nel moderno significato politico della parola. Negli ultimi anni della sua vita si accentuò in Garibaldi l’anticlericalismo soprattutto contro il papato ed i preti come risulta fra l’altro dal suo testamento politico che egli lasciò come retaggio ai suoi figli ed amici. Gli storici si sono a lungo sforzati di distinguere fra quanto di vero e quanto di inventato vi fosse nella costruzione del personaggio di Garibaldi, di smontare oppure di confermare la reputazione eroica rivelando la verità sui suoi insuccessi militari, sugli errori politici e le sue ossessioni private. Secondo Fario, con Garibaldi, immagine e realtà erano effettivamente non distinguibili l’una dall’altra, facevano entrambe parte di un lungo processo di rappresentazione politica che comprendeva il Sud America e Caprera, le sue battaglie politiche e la sua vita privata, e che confluì in una memoria pubblica che definì un “epoca”, il Risorgimento, che si concluse con la sua morte (4/06/1882).

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