venerdì, Marzo 29, 2024
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La presentazione del libro «La palla è rotonda» ha fornito interessanti spunti per ribadire il valore educativo dello sport. Serata al Casinò con il giornalista Aldo Maria Valli e don Antonio Mazzi

«Il calcio deve aiutare i giovani a crescere»

«La palla è rotonda»: il giornalista Aldo Maria Valli ha scelto uno dei tanti luoghi comuni per intitolare il suo ultimo libro che analizza a fondo il mondo del calcio, con un occhio particolare all’universo giovanile che in esso si muove e cresce. Un libro presentato lunedì sera al Casinò e offerto in omaggio assieme al volume «Un secolo di sport e pagine di vita della comunità arcense», scritto da Stefano Parolari, Ivo Bertamini e Alessandro Parisi. Ospite d’onore della serata, organizzata dalla Cassa Rurale di Arco nell’ambito del 21ª edizione del premio giornalistico Beppe Viola, don Antonio Mazzi.A fare gli onori di casa il sindaco Renato Veronesi, il quale ha spiegato che la Cassa Rurale di Arco ha deciso di organizzare questo incontro per avvicinare i giovani al mondo sportivo, per contribuire alla loro formazione, perché il calcio, così come ogni altro sport, ha delle finalità educative, insegna ai ragazzi la lealtà, il rispetto reciproco. La parola è, quindi, passata a Valli che ha presentato il proprio libro: «Il mondo del calcio può contare su una risorsa inesauribile: la passione che anima i ragazzi, le loro famiglie, i tifosi». Purtroppo questo patrimonio, che rappresenta uno strumento di arricchimento formativo, diventa spesso un fattore di ansia nelle famiglie, i propri figli devono essere i migliori, il mister pretende il massimo a livello agonistico, ma non ci si preoccupa della formazione interiore di questi ragazzi. Valli ha ricordato quando era bambino e giocava nel campetto: ai bordi del campo non c’era nessuno, si autogestivano, il prete li seguiva a distanza, lasciava spazio alla loro capacità organizzativa. Ora si rischia di soffocare i bambini con troppe attenzioni, quasi li si volesse immediatamente adulti. I genitori devono riappropriarsi del ruolo educativo che li compete, devono insegnare, ma con intelligenza, entusiasmo, fantasia, perché è bello crescere insieme ai proprio figli, è una specie di gioco circolare perché con loro maturano anche i loro genitori. Questo libro è tante cose: una sorta di letterona scritta da un padre tifoso ad un figlio adolescente, un excursus sulla storia del calcio, un inno al calcio, affinché rimanga un gioco e non cada, come spesso succede, nelle pagine di cronaca nera. I fenomeni di violenza nascono fuori pista – ha spiegato poi don Mazzi, presidente della Fondazione Exodus Onlus e dell’Associazione nazionale promozione sportiva delle Comunità (Associazione benemerita del Coni) nonché personaggio televisivo – la violenza è in questa società apparentemente così democratica. L’aggressività è una potenzialità dentro di noi – continua don Mazzi -, se non l’avessimo non riusciremmo a superare i vari ostacoli che la vita ci propone; occorre però incanalarla, specie nei giovani, che sono dei motori accesi, ove bruciano le passioni umane. Lo sport è un’ottima valvola di sfogo, l’area della liberazione, della felicità, è una specie di antidoto contro il degenerare della società, uno strumento di armonizzazione tra i giovani e un modo per farli crescere nel gruppo. Ed è proprio questo concetto che si sta perdendo, ora il gruppo vive all’ombra del “branco”, il gioco di squadra invece incoraggia il dialogo ed il confronto con i compagni, specie negli spogliatoi, luogo in cui si studia insieme una strategia comune, si litiga, ma ci si lecca anche le ferite».

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