giovedì, Maggio 2, 2024
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Retromarcia dopo 5 anni. Il paese è pronto a tornare nella Comunità

Il caso Safiya oggi in Consiglio

Un ritorno alle origini. Il Comune di Garda rientra nella Comunità del Garda. Un passo atteso, questo, visto che nella Giunta comunale gardesana siede uno degli assessori dell’esecutivo comunitario, Antonio Pasotti, delegato al turismo in entrambi gli enti. L’adesione, o meglio, la riadesione alla Comunità del Garda, visto che il Comune rivierasco ne era uscito nel 1997, è all’ordine del giorno della seduta consiliare di oggi. Una riunione, tra l’altro, ad orario insolito: le 14.30. L’uscita del Comune di Garda dall’istituzione benacense è faccenda di più di quattro anni fa: la decise a larga maggioranza il Consiglio comunale accogliendo la proposta dell’allora sindaco Giorgio Comencini. Le motivazioni addotte erano che la Comunità non aveva peso né politico, né economico, con un bilancio pressoché interamente assorbito dalle spese di gestione. E per di più non si sarebbe neppure mostrata in grado di creare unitarietà e sinergie su programmi e progetti di interesse comune per il lago. Accuse respinte allora dall’ente comunitario. Ma quella di Garda non era la prima uscita di un Comune veneto dalla Comunità e non sarebbe stata neppure l’ultima. Prima l’aveva fatto Peschiera. Poi l’emorragia era continuata con i forfait di Lazise e Castelnuovo, cui di recente s’è aggiunta pure Malcesine, riducendo al lumicino la presenza veronese nell’assemblea comunitaria. Che sia giunta l’ora di un’inversione di tendenza? Può darsi. Magari sulla spinta delle dichiarazioni del presidente della Comunità, Giuseppe Mongiello, che in gennaio, nell’aprire i lavori dell’assemblea svoltasi a Cavriana, nel Mantovano, aveva posto l’accento sul «bisogno di una adesione convinta da parte di tutti i soci» affinché la Comunità «sia rappresentativa e, autorevole e operativa». Per quel che concerne Garda, poi, il rientro era nell’aria: l’aveva fatto capire il sindaco Davide Bendinelli. Ed era stato Gustavo Bendinelli, il papà dell’attuale primo cittadino, ad opporsi decisamente all’uscita dalla Comunità nel ’97, quando sedeva tra i banchi dell’opposizione: «La Comunità del Garda- aveva affermato in Consiglio Bendinelli senior- è l’unico organismo che può rappresentare in forma unitaria l’intero lago». La vicenda della Comunità del Garda non è l’unico argomento di rilievo fra quelli all’attenzione dei consiglieri oggi pomeriggio. In esame c’è anche il bilancio di previsione per l’esercizio 2002 e il piano triennale 2002-2004. All’ultimo punto figura poi un tema inusuale per una seduta consiliare, ma fonte di forte mobilitazione in ambito sociale, politico e culturale negli ultimi tempi: il caso Safiya. Com’è noto, Safiya Husseini Tungar Tudu è una donna nigeriana di trent’anni. Ha avuto un bambino senza essere sposata e dunque, per la legge fondamentalista islamica del suo Paese, rischia la morte per lapidazione. Ora il Consiglio di Garda si accinge a dare il proprio contributo a sostegno dell’azione in favore di questa donna, deliberando su un «intervento a sostegno del caso Safiya per la tutela dei diritti umani e contro la pena di morte».

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