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Forse entro la primavera il posizionamento dei cinque geofoni capaci di rilevare i movimenti della terra ed offrirli allo studio degli esperti

Il Garda aspetta da 10 anni l’installazione della rete sismica

Ormai è assodato: che il Garda sia una zona sismica non è un segreto per gli esperti. Ma rimane per ora – speriamo ancora per poco – solo un progetto l’iniziativa di realizzare una vera e propria rete sismica della provincia di Brescia e della Lombardia orientale così come l’idea di studiare la sismicità del lago di Garda. Sono passati infatti ormai 10 anni da quando i consiglieri provinciali di minoranza Mauro Parolini e Stefano Saglia proposero un emendamento al bilancio della Provincia per inserire uno stanziamento di 200 milioni delle vecchie lire per attivare la rete. La proposta venne accolta . Quei fondi però non sono ancora stati spesi, nonostante il cambio di maggioranza in Broletto, ed anche se la situazione sembra destinata a sbloccarsi entro la primavera. «Il progetto è stato già studiato e depositato- spiega Orlando Farinelli presidente dell’Istituto di geofisica e bioclimatologia sperimentale di Montecroce – I fondi, in tutto 103mila euro, sono già nelle mani dell’Università Cattolica che ha commissionato la fornitura dei 5 geofoni ad un’azienda tedesca. In base alle convenzioni questi saranno dati in comodato al nostro istituto che provvederà ad acquistare le apparecchiature per ricevere i segnali e trasformarli in grafici. Stiamo anche affrontando, con l’’arrivo di nuovi soci, il problema della spesa relativa al funzionamento della rete ,cioè del personale che seguirà le apparecchiature, leggerà i tracciati li studierà. E considerato che alcuni geofoni vengono collocati in alta montagna occorrerà che se ne vada la neve per attivare il progetto». Il cuore pulsante della rete sarà collocato a Desenzano. Qui verrà infatti posizionata la centrale che riceverà e registrerà le micro scosse captate da 5 sensibilissimi sensori. I dati saranno elaborati, studiati, scambiati e diffusi con le altre strutture attive nell’alta Italia, in particolare con il Nord Est e soprattutto con la regione Lombardia ed il sistema della Protezione civile. Il progetto è frutto dell’intesa raggiunta nel novembre dello scorso anno fra Provincia,assessorato alla protezione civile e l’Università Cattolica attraverso la cooperazione con il Crasl, Centro ricerche per l’ambiente e sviluppo sostenibile della Lombardia. La convenzione prevede il monitoraggio , la formazione e la programmazione di protezione civile. Si tratta, era stato spiegato un anno fa, di progetti di prevenzione, gestione dell’emergenza, aggiornamento e gestione dei volontari, raccordo con la comunità scientifica locale destinati a fornire un sistema di protezione civile che sappia essere efficace nell’azione e innovativo nella fase di studio. Insomma un’esperienza pilota. A fronte, come dimostra l’evento di mercoledì, di un problema reale: quello del rischio sismico. Frutto della convenzione è l’attivazione della rete di rilevazione dell’attività sismica bresciana inserita nello studio di fattibilità della più ampia rete sismica Lombarda. E attraverso queste intese allora era stato sbloccato il finanziamento di 103mila euro, stanziato parecchi anni prima dalla Provincia. Università e Crasl avevano deciso di raccordarsi sul piano pratico all’Istituto di geofisica e bioclimatologia sperimentale di Desenzano grazie ad una convenzione già stipulata. Il progetto esecutivo della rete sismica comprensivo di preventivi, assensi di massima dei sindaci a installare i geofoni, mappe e disegni tecnici è stato fornito alla Provincia in settembre. Prevede l’installazione di 5 geofoni a Desenzano, nell’alto lago lago di Garda a Toscolano, uno nella zona del Monte Guglielmo, al passo Crocedomini ed a Casto. Saranno collegati via satellite( proprio come aveva suggerito la Regione Lombardia) alla stazione di ricezione posizionata nella sede della specola di Desenzano.

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