Erano le 19 in punto quando Christian Sartori ha iniziato la sua avventura alla conquista del Garda. Il 33enne poliziotto rivano è entrato in acqua, ha calzato le pinne e, prima di puntare verso Sirmione, ha salutato con la mano la piccola folla di amici che lo osservava da spiaggia gia Sabbioni. Poi, s’è girato e ha incominciato a macinar bracciate verso il largo.Lenta e meticolosa la preparazione di Christian che, nella sede della società Canottieri Virtus Riva, ha eseguito con cura tutti i passaggi di un vero e proprio rito. Prima l’olio di canfora, spalmato su tutto il corpo, quindi ha infilato la muta speciale, sigillandola con il nastro adesivo alle caviglie e ai polsi. Poi è stata la volta dell’orologio e di due pesi leggeri per le gambe. Tutt’intorno – in un silenzio quasi religioso – gli amici della Polizia e del basket, cameraman, fotografi e giornalisti. Tranquillo, anche se le mani tremanti tradivano un po’ d’emozione, il ragazzone rivano è rimasto qualche istante seduto in silenzio e ha sorseggiato una bevanda energetica. Forse ha cercato la concentrazione, ha ripercorso mentalmente il lungo tragitto che lo aspettava, ma di sicuro ha pensato anche a Silvia Bonometti, l’amica che solo qualche mese fa gli aveva messo la pulce nell’orecchio lanciando l’idea di compiere l’impresa che ora lui si stava accingendo ad affrontare. Quella Silvia che non c’è più, che s’è n’e andata per sempre in una notte di giugno. Terminato il rapido training autogeno, l’atleta ha consegnato il borsone agli uomini dell’Associazione Trentina Salvataggio (gli faranno assistenza fino alla fine della traversata a bordo di un gommone) e, incoraggiato da un applauso, si è avviato verso la riva. Qui, l’intervista di rito durante la quale Christian ha ricordato le motivazioni alla base del tentativo di traversata, la volontà di dedicarla proprio a Silvia, ribadendo l’importanza della forza di volontà per la riuscita d’imprese come questa. Il ragazzo s’è quindi spalmato del grasso protettivo sul viso, ha infilato la cuffia e ha gettato le pinne in acqua, dove è sceso pochi istanti dopo per indossarle. Al largo, lo attendevano le motovedette di Polizia e Carabinieri e il gommone dell’assistenza su cui, verso l’una di notte è salito anche il dottor Marini che si è sincerato della salute di Christian. Un piccolo cenno e due canoe della Virtus sono scivolate in acqua, dirigendosi verso il largo: battistrada per tutto il tragitto che l’atleta ha subito seguito a pochi metri. Con l’ultimo applauso nelle orecchie, Sartori s’è allontanato velocemente e nel giro di pochi minuti è diventato un piccolo puntino nel lago. Davanti a lui, 49 chilometri di acqua, una notte buia e dura, una miriade di bracciate e una montagna di pensieri. L’arrivo è previsto a Sirmione per oggi, nel primo pomeriggio.
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Ieri alle 19 è partita l'avventura di Christian Sartori
Il Garda assaltato a bracciate
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