mercoledì, Dicembre 4, 2024
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Grazie ad una convenzione firmata fra Istituto tecnico ed amministrazione comunale di Nago-Torbole. Nel 2003-04 verranno censite le testimonianze della guerra

Il parco del Baldo nasce al Floriani

Un altro bell’esempio di sinergia fra scuola (che riesce a mettere a frutto la conquistata autonomia) ed enti territoriali viene ancora dal Floriani. Gli alunni della IV A geometri (11 da Michele Arrighini e Tobia Tavernini nel corso sperimentale, 15 da Stefano Bertolotti e Matteo Tamburini in quello ordinario) hanno lavorato per un anno al secondo atto della convenzione col comune di Nago-Torbole relativa alla produzione di materiale in vista della possibile istituzione di un parco del Baldo.Il comune ha firmato con Brentonico, Ala ed Avio un «patto territoriale» relativo ad un utilizzo coordinato e sostenibile delle potenzialità turistiche inespresse del territorio dell’Altissimo trentino: il patto potrebbe anche tradursi nella costituzione di un parco «alla francese», in cui cioè siano i soggetti economico sociali titolari dell’area interessati a dettare le regole dello sviluppo in un contesto generale di salvaguardia ambientale. In questo scenario, illustrato dall’assessore Pompermaier, si inserisce l’accordo con la scuola, firmato dal dirigente De Pascalis ed attuato grazie al coinvolgimento dei professori Rigatti, Tonelli, Borromeo e Dongilli. Nel primo anno i ragazzi si sono accostati alle problematiche generali della salvaguardia del territorio (utilizzando da subito canali privilegiati di rapporto con gli uffici tecnico ed urbanistico). Nel secondo (appena ultimato) hanno effettuato, attraverso una serie di uscite sul territorio, un censimento completo con relativa mappatura di tutti gli edifici privati esistenti nel territorio (comprese le molte splendide case da monte dei naghesi sui prati intorno e sopra Doss Casina). L’anno prossimo, per la terza fase, ragazzi e professori saranno impegnati su due fronti: censimento e catalogazione degli edifici pubblici, ossia essenzialmente di tutto quel ricchissimo patrimonio di testimonianze della Grande guerra disseminato fra Doss del Mosca, Varagna, Dosso Alto e Casina (dove sono presenti, a distanze molto relative, esempi di ingegneria bellica italiana ed austro-ungarica) ed elaborazione e proposta di un modello che consenta ai privati di recuperare strutture edilizie esistenti attraverso tipologia e normativa adeguate e tali da rispettare preesistenze storiche ed ambientali. A questo proposito è stata individuata sul bordo della Busa del Parol, la baita Grasso in località Malga Campiglio che presenta particolarità architettoniche di tutto rilievo: oltre alla copertura in lastre di pietra rossa locale, il locale costituito da un unico grande avvolto.

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