giovedì, Aprile 18, 2024
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Adesioni ma anche molte assenze locali al convegno voluto dall’assessore regionale Valdegamberi. Giorgetti critico: «Lontani dalla condivisione»

Il parco del Baldo non convince

Tra possibilismo, consensi e un fronte del no, il parco naturale del Baldo sarà tema di un tavolo di confronto al quale verranno invitati i cittadini e le associazioni locali di categoria interessate. Questo propongono il presidente della Comunità montana del Baldo e gli amministratori di Caprino, Costermano, Ferrara di Monte Baldo, Rivoli, che venerdì scorso hanno partecipato al forum «I parchi del Veneto» organizzato a Verona dalla Regione Veneto. Il convegno era stato voluto dall’assessore regionale Stefano Valdegamberi ma, mentre quest’ultimo si dichiara pronto a lavorare per un parco del Baldo se la richiesta giungerà dalla base, un secco altolà arriva dall’assessore regionale Massimo Giorgetti. «Il convegno è stata un’iniziativa interessante», esordisce il vicesindaco di Caprino, Moreno Dal Borgo, «ma se si dovesse creare un parco del Baldo, dovrebbe essere vivibile per tutte le realtà sociali ed economiche coinvolte, come agricoltura e allevamento e garantire la permanenza in montagna dell’uomo con tutte le sue esigenze. Andrebbero cioè mantenute, se necessario incrementate, le infrastrutture indispensabili come strade, acquedotti, fognature, sevizi telefonici ed elettrici. Altrimenti un parco rischia di isolare ulteriormente il territorio montano. Si dovrà inoltre consentire l’attività venatoria». Armando Lorenzini, consigliere a Costermano e assessore in Comunità montana del Baldo, dice: «Il convegno ha evidenziato che l’idea di un parco va affrontata. Organizzeremo un tavolo di lavoro per mettere a confronto le istanze del territorio: agricoltori, artigiani, turismo e associazioni venatorie. Siamo d’accordo su un parco che si riveli economicamente utile, che non ingessi il territorio». «Affronteremo la questione visto che la richiesta di parlarne c’è», commenta Cipriano Castellani, presidente della Comunità, «ma solo dopo le elezioni per evitare che il tema del parco del Baldo venga strumentalizzato. Valuteremo le opportunità che potrebbe offrire e cosa potrebbe significare in termini di divieti. Il Baldo è già un parco naturale perché finora le amministrazioni lo hanno tutelato, per cui dovremo capire, discutendone, cosa una nuova infrastruttura potrebbe offrire in più in termini di qualità della vita a chi risiede in montagna. Dal parco dovrebbero derivare risorse aggiuntive visto che, anche da recenti studi, risulta che proprio i nostri paesi montani hanno il minor reddito familiare, per cui i nostri contadini e i nostri allevatori vanno tutelati. Sarebbe interessante che il parco garantisse contributi a chi vi opera, provvedendo a un’opportuna manutenzione del territorio e delle malghe. La caccia, poi, non andrebbe vietata perché è parte della tradizione locale». Paolo Rossi, sindaco di Ferrara: «Siamo interessati a discutere di un eventuale parco del Baldo per capire i vantaggi che porterebbe, se potrà cioè garantire alla montagna un’opportunità in più per vivervi dignitosamente. Se parco sarà, dovrà essere a misura d’uomo, coinvolgere la popolazione e le associazioni venatorie, che del parco epr ora hanno paura. Per un territorio come il nostro, dove è difficile chiudere i bilanci, il parco dovrebbe essere un’opportunità in più per far sopravvivere le economie locali senza intervenire con lottizzazioni e vendite del territorio». Il consigliere Giuseppe Scala: «Un parco non deve essere una riserva indiana, ma un’opportunità in più per tutti. Il Baldo poi è anche in Trentino, per cui un parco del Baldo avrebbe senso se istituito in questo contesto». «Dico un no secco al parco del Baldo», interviene l’assessore regionale Giorgetti, «non tanto perché siamo contrari alla tutela del territorio, quanto perché la legge quadro nazionale sui parchi è uno strumento inadeguato, che cala sul parco vincoli di ogni genere e la Regione non può intervenire. Già ci siamo opposti a questo ipotetico parco qualche anno fa perché si correva il rischio di ingessare il territorio, ora non vedo i benefici del parco in Lessinia e inoltre gli strumenti per salvaguardare il territorio ci sono già a livello locale». Poi conclude: «La proposta di un parco del Baldo non è mai stata discussa, né in giunta né in consiglio regionale. Siamo ben distanti dalla condivisione». Ma l’assessore regionale Valdegamberi insiste: «Non si tratta di ingessare il territorio e va superato il concetto di un parco come recinto chiuso. I parchi hanno un grande valore etico, ma anche economico dato che oggi un parco può mettere in rete i nostri prodotti e rilanciare il turismo. Nel parco le regole ci sono, ma anche per vendere il territorio a una domanda crescente di qualità della vita. La normativa, poi, può essere interpretabile, ma il parco deve prima entrare nella coscienza della gente: lavorerò per un parco del Baldo solo se mi sarà chiesto dalla popolazione e dagli amministratori che la rappresentano».

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