«Non ho mai avuto difficoltà ad assumermi le mie responsabilità quando si tratta di scelte, come lo è stato con l’area per il ricovero temporaneo dei cani trovati nel nostro territorio ricavata a Forte Papa». Il sindaco umberto chincarini non esita a rispondere alle accuse sollevate dall’esposto denuncia inviato nei giorni scorsi in Procura dal gruppo di opposizione Arilica: un documento con cui si segnalava la presenza, in un’area demaniale adiacente il forte, di una gettata di cemento «con recinzioni infisse al suolo e priva di scarichi a norma igienico sanitaria». Si chiedeva all’ufficio tecnico del Comune di eseguire gli accertamenti su chi aveva realizzato la struttura.«Ma in questo paese», sottolinea il sindaco, «la presenza di così tanti beni demaniali pone sempre il problema al limite della valutazione personale: vale per il ricovero provvisorio, e non certo un canile come è stato definito, di Forte Papa; ma vale anche con il circolo pensionati ospitato nel Padiglione, il campo di calcio di via Marzan che insiste su una porzione di area di pertinenza di Forte Ronchi, il Centro di documentazione storica e Forte Ardietti o l’associazione Il Morbo anche questa a Forte Papa». «Non è certo una novità la difficoltà di avere risposte dal Demanio; e allora si prendono decisioni, avendo cura di affidare temporaneamente e con convenzioni l’uso di certi spazi verificando come vengono adoperati e tenuti».Chincarini dice di essere sorpreso dall’esposto perché la presenza dei cani non è mai stata nascosta: sino al 2003 l’attività era convenzionata con la Lega nazionale per la difesa del cane, i cui volontari si prestavano ad aver cura dei randagi ritrovati sul territorio.«Nel giro di un paio di giorni», ricorda il sindaco, «o si riusciva a risalire al proprietario o si trovava qualcuno disposto ad accoglierli in casa: e in questo caso gli animali venivano consegnati dopo essere stati vaccinati e dotati di microchip. Dopo il 2003, però, la convenzione non è più stata rinnovata perché bisognava trovare le modalità di una convivenza possibile tra l’associazione Il Morbo e i volontari che si occupavano dei cani».«Inizialmente per gli animali si usavano spazi in un paio di arcovolii. Proprio per garantire migliori condizioni igieniche sarebbero stati realizzati box esterni al forte. Ma chi ha lavorato», ribadisce Chincarini, «lo ha fatto fuori dall’orario di lavoro e a titolo gratuito, così come hanno fatto tutti coloro che in questi anni hanno continuato a prestarsi per trovare sistemazione ai cani».«Una sistemazione che resta una necessità», commenta Lorenza Degani della Lega per la difesa del cane, che ha lavorato alla struttura finché c’era la convenzione. «Non so se altri volontari abbiano continuato a farlo anche dopo, ma è certo che ogni Comune avrebbe bisogno di un posto sicuro dove mettere gli animali recuperati a qualunque ora del giorno o della notte, in modo da avere tempo a disposizione per sistemarli al meglio. Una soluzione a vantaggio sia dell’animale che del cittadino».La Degani conferma la disponibilità a riprendere la convenzione, così come annunciato da Chincarini. E anche dai consiglieri di Arilica Antonio Invidia e Giacomo Tomezzoli arriva, dopo l’esposto denuncia, una proposta in tal senso. «Fermo restando la critica ad un’amministrazione che anziché dare l’esempio si rende protagonista di abusi edilizi e interventi fuori norma», spiega Tomezzoli, «nessuno si sarebbe opposto a un progetto di tutela nei confronti dei cani. A patto naturalmente che si fosse seguito l’iter previsto dalle normative». «In questo senso siamo disponibili a trovare una soluzione: o il convenzionamento con una struttura esistente per i servizi più urgenti, come il ricovero temporaneo di cani scappati o abbandonati; oppure la realizzazione di un ricovero autorizzato e a norma, in convenzione con una o più associazioni animaliste. Servizi che possono essere attivati velocemente».