venerdì, Dicembre 8, 2023
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Il terremoto del 2004 ora è entrato in classe

Il ter­re­mo­to che nel novem­bre 2004 ha col­pi­to il ter­ri­to­rio del Gar­da e del­la Valsab­bia dopo un anno è «entra­to in classe». Infat­ti l’ingeg­n­er Car­lo Gia­comel­li, respon­s­abile del­l’Uf­fi­cio strut­tura e svilup­po del ter­ri­to­rio, sede di Bres­cia, ha tenu­to un lun­go incon­tro con gli stu­den­ti delle clas­si quarte e quinte del cor­so geometri del­l’Is­ti­tu­to tec­ni­co Bat­tisti di Salò, coa­d­i­u­va­to dai suoi col­lab­o­ra­tori, ingeg­n­er Alfre­do Bertoli e geome­tra Car­lo Cani­pari. Si è trat­ta­to di un dibat­ti­to aper­to anche ai tec­ni­ci comu­nali, che non han­no man­ca­to di portare il loro con­trib­u­to. Al cen­tro del­l’at­ten­zione come si dice­va il sis­ma del 24 novem­bre 2004, che ha las­ci­a­to seg­ni fin trop­po evi­den­ti su migli­a­ia di case nel ter­ri­to­rio fra Salò, Roè Vol­ciano, Vobarno e Sab­bio Chiese. Dopo la vio­len­ta scos­sa sono state ben ottomi­la le ver­i­fiche di agi­bil­ità svolte dai tec­ni­ci. Sen­za con­tare le innu­merevoli famiglie che si sono trovate sen­za allog­gio, e anco­ra oggi non sono rien­trate nelle loro abitazioni. Con­tinui i rifer­i­men­ti alle norme tec­niche da adottare per real­iz­zare strut­ture anti­sis­miche. Fra «luci­di» e dia­pos­i­tive sono sta­ti pre­sen­tati gli effet­ti dis­as­trosi su vari tipi di fab­bri­cati, e le soluzioni da adottare caso per caso, per rime­di­are ai guasti sulle strut­ture. Al ter­mine del­la con­feren­za abbi­amo pos­to alcune domande a Gia­comel­li che, in anni lon­tani, pri­ma di pas­sare alle dipen­den­ze del­la , è sta­to docente pro­prio al Bat­tisti. Lei ha segui­to il dopo ter­re­mo­to, giorno per giorno. Come ha reag­i­to la gente? «Per quan­to ho potu­to vedere in altre situ­azioni sim­ili, il sis­tema ha fun­zion­a­to meglio a Bres­cia — risponde l’ingeg­nere -, met­ten­do in cam­po tutte le risorse disponi­bili, umane, tec­niche e finanziarie. Nel­lo spir­i­to di sus­sidia­ri­età che impronta il lavoro del­la Regione, la col­lab­o­razione fra le isti­tuzioni ai vari liv­el­li è sta­ta con­tin­ua e molto pos­i­ti­va. Tut­ti, dal pri­va­to al pub­bli­co, han­no dato il meglio, con­div­i­den­do quo­tid­i­ana­mente le scelte e le pro­ce­dure da adottare. Ciò ha per­me­s­so il recu­pero di buona parte dei fab­bri­cati dan­neg­giati». Che impres­sione le ha fat­to tornare fra i banchi di scuo­la? «Non è la pri­ma vol­ta che mi suc­cede. Abbi­amo già tenu­to con­veg­ni al Tartaglia di Bres­cia e al Cos­sali di Orz­in­uovi con incon­tri ded­i­cati ai futuri geometri. Sono sod­dis­fat­to di avere parte­ci­pa­to qui a Salò all’inizia­ti­va del diri­gente, prof. Cosi­mo Calò. I momen­ti di scam­bio fra le diverse realtà dovreb­bero essere più fre­quen­ti, e inser­i­ti nel cur­ricu­lum degli stu­den­ti. A tal propos­i­to riten­go impor­tante pro­gram­mare nel futuro inter­ven­ti for­ma­tivi mirati su ques­tioni reali del ter­ri­to­rio. Pen­so ad esem­pio all’u­so e alla con­ser­vazione delle risorse idriche, alla dife­sa del suo­lo, alla nor­ma­ti­va rel­a­ti­va ai lavori pub­bli­ci. Da parte mia e del­l’uf­fi­cio che rap­p­re­sen­to nes­sun prob­le­ma per rispon­dere pos­i­ti­va­mente alle richi­este del mon­do del­la scuo­la». «Un ringrazi­a­men­to sen­ti­to a Gia­comel­li ed alla sua equipe ‑affer­ma Calò-. Questo modo di inseg­nare è molto sti­molante, poichè si apre all’ester­no. E’ un modo di far lezione che piace ai ragazzi, e che da noi tro­va docen­ti impeg­nati per una conc­re­ta real­iz­zazione».

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