In sei anni il debito della parrocchia è calato del 59 per cento. Da poco più di 4 miliardi di vecchie lire all’attuale miliardo 679milioni. Crude cifre per raccontare un piano di risanamento economico che esalta la generosità dei parrocchiani. Una costanza e fiducia che ha portato nell’ultimo anno a ridurre il debito di altri 391 milioni di lire raccolti perlopiù durante la giornata mensile opere parrocchiali. «In particolare la liquidità per abbattere il deficit è stata consentita nel corso delle varie gestioni da contributi dei parrocchiani, da lasciti e interventi finanziari delle banche, da vari risparmi gestionali conseguiti e dall’incremento delle iniziative del centro giovanile con l’utilizzo della sede per congressi e riunioni di vario tipo», ha spiegato il rappresentante del Consiglio economico parrocchiale. «A questo vanno aggiunte la gestione del cinema e l’organizzazione di corsi di danza, ginnastica, taglio e cucito. Centro giovanile che nel 1996 aveva chiuso la gestione con una perdita di poco più di 51 milioni di vecchie lire mentre nell’anno appena archiviato ha prodotto un avanzo attivo di 4 milioni 300 mila lire». Il debito residuo della parrocchia è quindi pari a un miliardo 679 milioni di vecchie lire ed è rappresentato solo da prestiti da enti e privati senza pagamento d’interessi. Vale la pena ricordare che a mettere economicamente in ginocchio la parrocchia non era stata solamente la ristrutturazione del Teatro Corallo, ma anche precedenti lavori come la sistemazione interna della canonica, il rifacimento del tetto della chiesa e l’affresco dei muri della parrocchiale. Canonica che ora ha urgente bisogno d’interventi nella copertura. «Sono lavori da fare ma che competono all’Amministrazione comunale proprietaria dell’immobile come di gran parte di piazzetta San Nicolò», ha spiegato monsignor Piergiorgio Formenti nel corso di una riunione pubblica alla presenza di pochi intimi. Un incontro per fare il punto della situazione sulle attività svolte in parrocchia, per illustrare le iniziative future e ascoltare e recepire suggerimenti per una pastorale sempre più vicina alle richieste dei fedeli.
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