Sono iniziati i primi lavori di restauro (di 10 miliardi la spesa complessiva) del teatro sociale, opera costruita dall’architetto Achille Sfondrini e inaugurata nel novembre del 1873 con la rappresentazione del Rigoletto. Il teatro, anche per ragioni di sicurezza, era stato chiuso più di dieci anni fa e soltanto l’anno scorso si era intervenuti (con una spesa di circa mezzo miliardo) sul corpo centrale per una prima, improcrastinabile serie di lavori. Quelli iniziati nei giorni scorsi (importo di 1 miliardo e 800 milioni ricevuti dal comune coi fondi regionali Frisl) riguardano invece in particolare il complesso della cavea, il palcoscenico e il foyer. Si interverrà nel consolidamento dei palchi, nella sistemazione della cupola sovrastante la cavea, nella realizzazione di servizi interrati e in generale nel foyer. A questi lavori strutturali vanno aggiunti quelli dell’impiantistica elettrica, di riscaldamento o condizionamento. Tutto ciò all’interno del primo lotto di recupero previsto dal progetto, che contiene appendici bis e ter per finiture edilizie della sala e altra impiantistica di sicurezza. Ma per la riapertura del teatro ci vorranno altri 9 miliardi. Da reperire come? Si sta pensando alla vendita dei palchetti ai privati, ma il sindaco Giampietro Cipani ha in mente altro. «Potremmo istituire i Boc — afferma —, l’equivalente locale dei Bot, per finanziare il recupero di uno stabile che interessa tutta la comunità». Il restaurato teatro avrà una capienza di 400 posti.
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A Salò si cercano i quattrini per la ristrutturazione del Sociale
La salvezza del teatro? I Boc
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