L’aeroporto D’Annunzio deve sganciarsi dalla società del Catullo. E’ questo l’unico modo, per i sindacati confederali, di interrompere la lenta agonia che sta portando alla fine prematura la struttura bresciana penalizzata dalla gestione veronese. Cancellati i tre voli quotidiani per Roma, sul tabellone rimane unicamente sull’intera giornata la destinazione Londra. Un po’ poco per giustificare l’esistenza di un aeroporto costato agli enti locali, Provincia e Camera di commercio, 30 miliardi. La strada migliore, dicono i sindacalisti, sarebbe il ritiro della concessione da parte del ministero con relativa gara internazionale al maggior offerente, ma ci si accontenterebbe anche di una gestione mista Brescia-Verona in cui però ci sia un peso significativo del nostro territorio, mentre la situazione com’è ora consente ai veneti «di fare solo i propri interessi». Per esempio, dimenticata la promessa di uno scalo a Montichiari di 24 charter estivi, «se li sono tenuti tutti loro, anche se scoppiano». Ieri c’erano Massimo Bresciani, Aldo Menini ed Eugenio Bertoglio delle segreterie di Cgil-Cisl-Uil con i rappresentanti di categoria Angelo Andreoli e Claudio Lonati in una conferenza stampa che segna l’entrata di forza dei sindacati nella vicenda della sopravvivenza dell’aeroporto bresciano. Prima reazione la rottura delle relazioni industriali da parte del presidente della Catullo Spa Fernando Sanson.Dalle sedi sindacali è partita una lettera per il ministero dei trasporti con la richiesta di una gara per la concessione che, provvisoria al Catullo, è scaduta da tempo. Quattro i criteri indicati per tale gara: la ricerca di un gestore espressione della realtà bresciana, investimenti adeguati, prelazione sull’aeroporto di Ghedi una volta smilitarizzato, un canone secondo le norme di legge. La palla insomma, nel caos che regna, torna alla capitale dove si deve tra poco decidere su un pacchetto di undici aeroporti: Montichiari spicca di sicuro per potenzialità. Ha una pista perfetta, può sopportare oggi un milione di passeggeri, è in un’area abbastanza lontana dalle case.
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Aerei, voglia di autonomia
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