martedì, Marzo 25, 2025
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Presentato a palazzo Todeschini il libro tra attualità e passato curato da Giancarlo Sganzerla. Presentato «Binari sul Garda», oltre 300 pagine dedicate allo sviluppo della rete

La storia della ferrovia passa anche sul lago

La passione di una vita raccolta in 334 pagine. Questo è «Binari sul Garda. Dalla Ferdinandea al tram: tra cronaca e storia», libro che è stato presentato alla cittadinanza sabato nella sala Pelér di Palazzo Todeschini di Desenzano. Un lavoro imponente, entusiasmante, frutto di un attento e scrupoloso lavoro di ricerca compiuto nel corso degli anni dall’autore Giancarlo Ganzerla, che fin dall’infanzia nutre la passione per i treni e le ferrovie. Attraverso la ricostruzione della storia di questi importanti mezzi di locomozione, Ganzerla ha così ideato un interessante intreccio sia con la storia locale, sia con quella con la s maiuscola, fatta di personaggi importanti che hanno segnato momenti cruciali dell’unificazione italiana. «Binari sul Garda» è dunque la speranza di mostrare soprattutto ai giovani una Desenzano diversa, in cui la zona dell’attuale porto era in realtà una stazione ferrovia efficiente, punto di incontro dei principali nodi ferroviari della zona. Infatti, vi è stato un periodo nella storia del Garda, tra fine Ottocento e primo Novecento, in cui le sue rive videro un gran fiorire di rotaie, da quelle della Ferdinandea, la grande linea ferrata che collegò Milano con Venezia, a quelle delle reti minori, quali la Mori-Arco-Riva, la Verona-Caprino-Garda, la Mantova-Peschiera, per non parlare dei binari meno appariscenti dei tram che si diffusero soprattutto verso l’entroterra del basso lago. Di tutto questo oggi è rimasto ben poco, ad eccezione della linea Milano-Venezia, la statua Alta velocità in Piazza Matteotti a Desenzano e la locomotiva alla Maratona in ricordo di quegli anni. Il volume è infatti accompagnato da prezioso materiale fotografico degli anni di cui si discute. Giancarlo Ganzerla si è così assunto il compito non facile di ricostruire questa importante pagina di storia indagando in tutte le sue ramificazioni e nelle componenti di carattere tecnico, economico, sociale e politico. Lo ha fatto con passione e competenza, ricorrendo a fonti di prima mano dal momento che egli ha trascorso più di trent’anni tra le locomotive via via più moderne toccando con mano, nel senso proprio del termine, il progresso tecnologico. La ferrovia impressa geneticamente dal padre ferroviere dello Stato quando il tram correva a 18 km/h. Ed è così che entrambi i fratelli Ganzerla hanno coltivato negli anni questa passione, Giancarlo lavorando come ferroviere, ed il fratello Emilio curando da 19 anni una rivista dal titolo (guarda a caso) «Mondo ferroviario». Nella prefazione Giancarlo Ganzerla fa anche un breve accenno alla tanto discussa linea Alta capacità dicendo che «quando fra qualche anno verrà completata, i treni superveloci non fermeranno né a Desenzano né a Peschiera. Difficilmente a trecento all’ora si potrà vedere il Garda, così come lo videro e lo descrissero i poeti ed i viaggiatori del passato».

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