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Nel 1914 Gibì Bianchi, sindaco di Maderno, sollecitato dalla moglie (Giuseppina Comboni, imparentata con monsignor Daniele, di Limone, recentemente riconosciuto Santo dal Papa) donò lo stabile di via Cavour e il relativo brolo

La storia: un’opera nata del 1914

Nel 1914 Gibì Bianchi, sindaco di Maderno, sollecitato dalla moglie (Giuseppina Comboni, imparentata con monsignor Daniele, di Limone, recentemente riconosciuto Santo dal Papa) donò lo stabile di via Cavour e il relativo brolo, in quel momento occupato dalla caserma dei carabinieri, per «assistere la vecchiaia impotente e bisognosa». Un comitato si incaricò di sollecitare la popolazione a contribuire. Vennero raccolte 990 lire, di cui due e mezzo dai ragazzini della scuole del Monte. Ma, a causa della guerra, si dovette attendere qualche anno prima di poter sistemare l’edificio. Eseguiti i lavori di ristrutturazione, il ricovero aprì nel 1921. Bianchi resse il timone fino al 1940. Dopo di lui: Giovanni Bonaspetti (fino al ’46), Francesco Carnevali (’51), Nino Gaoso (per ben 25 anni), Luigia Rizzi (dal ’77 agli inizi dell’88), Giorgio Bombardieri (sino alla fine del 2003) e, dal 1 gennaio 2004, Chimini. Il vecchio edificio, dichiarato inabitabile nel ’51, venne demolito e ricostruito in tre periodi diversi, tra il ’55 e il ’66. Successivamente sono stati sistemati gli impianti di riscaldamento e la cucina, effettuati gli adeguamenti alle norme antincendio (porte ignifughe, scale di fuga), realizzate l’area protetta e quella per autosufficienti, il salone per le feste, la cappella, l’appartamento del cappellano, la palestra, i magazzini, i nuovi spogliatoi, la stireria e il completamento del montalettighe. Tutto ciò grazie a offerte di privati, a contributi straordinari e prestiti. Adesso l’ulteriore lotto.

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